ASCOLI PICENO – “Birth” il nuovo album dell’autore e compositore ascolano Dario Faini ha visto il suo esordio live in un Teatro Ventidio Basso gremito di persone. Ad applaudire l’artista una folla di giovani provenienti da tutta Italia per essere travolti da un turbinio di emozioni che la musica così empatica di Dario ha la capacità di trasmettere.

Giunge al secondo step, il progetto di Dardust (nome d’arte di Dario Faini) viaggio musicale iniziato dalla città di Berlino con il primo album “7”. Ora è la volta di Reykjavik, capitale dell’Islanda, l’isola di ghiaccio e di fuoco, dalla morfologia scarna, ma estremamente affascinante in cui la natura mostra il suo duplice aspetto: imponenti sculture ghiacciate si stagliano su acque limpide dallo scorrere lento e maestosi vulcani attivi, il fuoco che diventa forza dirompente creando paesaggi lunari e spettacolari getti d’acqua chiamati geyser.

In questo contesto, similitudine del suo io, Dario compone il suo “Birth”, nascita, inizio, del suo mutare, o meglio, del suo maturare l’identità musicale che si concluderà nella terza tappa a Londra.

Un documentario narrante l’avventura islandese apre quello che si rivelerà un concerto-spettacolo grazie alla calibrata fusione tra musica ed effetto luci, che perdono il ruolo di illuminazione del palco per assurgere a elemento complementare alla musica e, in una certa misura, identificativo di essa, elevando il grado di coinvolgimento emozionale.

Con “The Wolf”, brano uscito in anteprima, si manifesta la nuova visione musicale del giovane compositore: la melodia ambient con incursioni elettroniche che ha caratterizzato il suo primo album “7” diventa l’amalgama di una sonorità più dirompente in cui la musica techno dei synths and drums ne determinano il nuovo sound.

Un album di transizione che prepara l’orecchio dell’ascoltatore ad abbandonare gradualmente la ricercatezza classica legata al piano e agli archi per abituarlo ad una musicalità più minimale, prepotente e ricca di variazioni ritmiche e tonali propri del contesto elettronico.

Queste nuove scritture portano i suoi tratti distintivi: la stesura di fondo rimane il rock delle correnti nord europee in cui prevale l’uso di strumenti tecnologici e l’abilità di Dardust crea armonia tra note sofisticate del suo pianoforte e degli archi e la irruenza delle percussioni e sintetizzatori. In questo nuovo gioco ritmico prevale la visione techno, suoni ripetuti in modo progressivo-ossessivo e incremento delle percussioni portano ad una sonorità che strizza l’occhio alla corrente trance e hardgroove per i suoi richiami tribali. A rifinire l’impetuosità di questi ritmi, la dolcezza delle composizioni classiche. In questa alternanza di note e rumori emerge la dualità emotiva dell’esperienza islandese dove coesistono lentezza (slow) dei paesaggi brulli e forza, espressa in fragoroso rumore (loud), dall’attività vulcanica che il brano “slow is the new luod” porta con sé. “Birth” diventa assioma di questa metamorfosi musicale, molto concettuale nell’espressione delle proprie emozioni.

Un concerto che lascia il posto allo spettacolo dove la musica diventa l’attore principale e la coreografia delle luci “la spalla” di questa messa in scena del nuovo registro musicale firmato Dardust. Le luci, in sincronia con la musica, hanno dato al pubblico l’immediatezza emotiva caratteristica di uno spettacolo teatrale definendone l’immaginaria ambientazione.

Applausi a scena aperta per questo gruppo così ben assortito: il leader, produttore Dario Faini, co-produttore e arrangiatore Vanni Casagrande (elettronica e percussioni), agli archi Valentino Alessandrini (violino), Simone Sitta (violoncello), Simone Giorgini  (contrabbasso) e il visual artist Pietro Cardarelli.


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