ANCONA – Sono stati resi noti i dettagli del blitz compiuto dal Dda di Ancona tramite i carabinieri di varie località tra cui quelli di Ascoli Piceno.

Dal ottobre 2014 i militari del  Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Ancona e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Fano hanno condotto una complessa indagine iniziata prima nella Provincia di Pesaro Urbino e poi estesasi in quella di Ancona coordinata Valeria Cigliola e Mariangela Farneti della rispettivamente della Procura di Pesaro Urbino e della Direzione Distrettuale dorica che ha consentito di mettere in luce una pericolosa organizzazione (con basi operative a Cupramontana e  Fano) costituita da uno straniero e nove italiani provenienti dal sud Italia e trapiantati da tempo nelle Marche. Sono responsabili di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana.

La droga acquistata sia su diverse “piazze” italiane che all’estero veniva immessa nelle province attraverso una fitta rete di spacciatori al dettaglio gestita da personaggi di notevole spessore criminale.

L’attività investigativa, protrattasi sino al mese di dicembre 2015, ha consentito di mettere in luce un sodalizio criminale ben radicato nelle province di Ancona e Pesaro Urbino costituito da soggetti prevalentemente di origine siciliana di notevole spesso criminale e con precedenti specifici che gestivano una fitta rete di spaccio di stupefacenti rifornita principalmente da uno dei componenti dell’organizzazione, di origine albanese, domiciliato nella provincia di Fermo.

Nel corso delle investigazioni oltre a specifiche attività tecniche sono stati svolti numerosi servizi di pedinamenti ed osservazione che hanno consentito, in più episodi, di trarre in arresto sei persone (4 nella provincia di Pesaro Urbino e 2 in quella di Ancona) e sequestrare complessivamente 316 grammi di cocaina, 333 grammi di hashish e 142 grammi di marijuana.

Gli associati si rendevano spesso autori di reati “strumentali” fortemente intimidatori quali le aggressioni violente e l’incendio di autovetture nei confronti degli acquirenti insolventi. Inoltre, in alcune circostanze, uno degli indagati che svolgeva il ruolo di finanziatrice dell’associazione (una donna di origine campana, E.M. 39enne residente a Jesi) interveniva economicamente prestando denaro con interessi usurari ai clienti in difficoltà economica garantendo così al sodalizio criminale di recuperare prontamente la liquidità.

Tra gli accadimenti più significativi con finalità di estorsione per il recupero di denaro nei confronti di acquirenti inadempienti si segnalano l’incendio, a Maiolati Spontini, di una microcar Aixam Mega avvenuto il 17 settembre 2015 ai danni di un giovane del luogo al quale in precedenza, per le stesse finalità era stato sottratto anche un telefono cellulare e diversi episodi di minaccia e violenza nei confronti di due commercianti di Ancona ai quali veniva prospettato anche l’intervento risolutivo presso i loro negozi di soggetti di elevato spessore criminale indicandone, a rafforzare il fine intimidatorio, la regione di origine e la famiglia di appartenenza.

L’organizzazione, sebbene non sono state recuperate durante l’attività investigativa, aveva anche la disponibilità di armi sia per la difesa dei singoli associati sia come “potenzialità di fuoco” dell’intero gruppo.

Tra gli altri delitti contestati nell’indagine si segnala anche l’intestazione fittizia dei beni da parte del capo dell’organizzazione che ha attribuito la proprietà di due autovetture, una New Beetle ed una Ford Focus, e un televisore ad un altro associato non destinatario di misure preventive.

Il ruolo apicale dell’associazione era quello di F.S., 46enne originario di Villabate residente ormai da tempo in Cupramontana, che si avvaleva principalmente del fratello e del nipote (F.V., 43enne palermitano e F.R. 22enne, entrambi residenti a Cupramontana) e di S.S., 31enne di origine siciliana, collaboratore di giustizia referente per la zona di Fano.

Altre posizioni importanti erano quelle del suo “braccio destro” ed “uomo di fiducia” M.L., 51enne di origini laziali, fedele esecutore di tutti gli incarichi che gli venivano affidati dal “capo” e quella dell’albanese S.S., 34enne fornitore stabile di cocaina e marijuana per conto dell’associazione, occasionalmente anche capace di “recuperare” stupefacente di tipo hashish. Ruolo secondario era ricoperto invece da F.V., 49enne, di origini beneventane, residente a Fano. Tra i destinatari di provvedimenti, per le sole ipotesi di spaccio continuato di sostanze stupefacenti vi sono P.T., 40enne di Jesi che vendeva al dettaglio nella provincia di Ancona (sottoposto agli arresti domiciliari) da G.M., 36enne originario di San Giovanni Rotondo e da P.V. , 34enne nato in Germania e residente a Cartoceto che invece spacciavano al dettaglio nella provincia di Pesaro Urbino.

Indagati quali appartenenti all’associazioni, ma non destinatari dell’odierna ordinanza restrittiva risultano E.M. nel ruolo di finanziatrice, C.M., 37 enne palermitano (residente a Cupramontana) A.G., 26enne, napoletano residente a Cartoceto e C.S., 49enne originario di Mazarino e residente a Saltara.

L’organizzazione, inoltre, con una condotta simile a quella “mafiosa” garantiva il sostegno economico e legale agli associati ed ai piccoli venditori al dettaglio nell’eventualità di un loro arresto.

Nel corso delle operazioni odierna, oltre all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono state eseguite 35 perquisizioni domiciliari nei confronti degli altri indagati, molti dei quali responsabili della sola attività di spaccio.

Tali attività hanno consentito di trarre in arresto:

C.F., 38enne, sottocapo presso Capitaneria di Porto di Pesaro per possesso di pistola cal. 6,35, di fabbricazione serba con matricola abrasa;

C.M., 37enne palermitano, componente dell’associazione, trovato in possesso di 1,7 chili di hashish e della somma contante di 5800 euro;

P.E., 41enne lucano, trovato in possesso di 30 grammi marijuana;

Sono stati sequestrati 1031 grammi di hashish, 15 grammi di marijuana, un grammo di cocaina e vari telefoni cellulari.


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