ANCONA – Nella mattinata del 13 aprile si è svolta una conferenza stampa presso la caserma di carabinieri del Tpc di Ancona. A seguito di una sinergica operazione condotta dalla Procura  di Pesaro, dai militari anconetani e della soprintendenza Archeologia di Ancona, è stata recuperata una preziosa stele Picena  detenuta in un’abitazione di Mondolfo.

La lastra di pietra in cattivo stato di conservazione era stata individuata da una studiosa, la dottoressa Valentina Belfiore dell’università di  Innsbruck, che insieme alla funzionaria della soprintendenza competente per territorio avevano iniziato lo studio dell’oggetto che era detenuto all’esterno di una privata abitazione.

Dopo la prima sommaria verifica la soprintendenza avvisava  i carabinieri che chiedevano alla Procura di Pesaro un decreto di sequestro del bene considerato di natura archeologica. La magistratura pesarese, condividendo pienamente  l’attività investigativa  della polizia giudiziaria, emetteva il decreto di sequestro che veniva eseguito dai militari del Tpc di Ancona in collaborazione con il carabinieri della stazione di Mondolfo.

Il reperto veniva quindi condotto al laboratorio di restauro della soprintendenza di Ancona e dopo i primi lavori di pulitura veniva nuovamente studiato dalla dottoressa Belfiore e dai funzionari dell’archeologica.

Da un primo studio è emerso  che l’oggetto rappresenta una stele funeraria iscritta analoga alle stele di area Picena. Il testo è di difficile interpretazione in quanto sono presenti diversi segni superficiali accidentali dovuti all’usura del bene. Tuttavia non  è ancora possibile stabilire con sicurezza  la lettura dell’iscrizione che richiederà  uno studio  più  approfondito. Il bene in base alle caratteristiche morfologiche non può che essere ascritto alle steli picene e databile  intorno al  VI-IV secolo a.C.

Quanto ritrovato e recuperato, pur essendo soggetto a ulteriori integrazioni e eventuali modifiche a seguito di un più approfondito studio ed ulteriori analisi, è di notevole importanza scientifica per la sua provenienza dalla zona di Mondolfo in quanto rappresenta l’attestazione più settentrionale del gruppo linguistico Piceno.

Nel corso dell’attività investigativa è  stata sottoposta a sequestro una porzione di pietra simile a quella di cui sopra, la stessa è in atto allo studio della soprintendenza, anche se da un primo speditivo esame non si rilevano segni di scrittura.

La persona che deteneva il bene era verosimilmente ignaro del valore scientifico dello stesso, infatti  lo deteneva fuori dalla propria abitazione usandolo come una sorta di sedile. Le prime investigazioni condotte hanno potuto appurare che lo stesso aveva ereditato l’oggetto dal padre morto alcuni anni fa all’età di 90 anni  e non è da escludere che la pietra possa essere stata trovata a seguito dell’aratura dei campi vicini molti anni fa.

Adesso toccherà alla soprintendenza Archeologia, a cui è stato affidato dall’Autorità Giudiziaria, studiare ulteriormente il reperto per capire da dove lo stesso proviene. Non si esclude comunque che una volta terminati gli studi il bene possa essere collocato in un museo marchigiano.


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