ASCOLI PICENO – La Guardia di Finanza intensifica, su impulso del ministero dell’Ambiente, la sua attività preventiva e repressiva nei settori degli imballaggi di materiale plastico non rispondente agli standard di legge, a tutela dell’ecosistema, dei consumatori e del settore industriale della chimica verde.

Un’attività che ha visto coinvolte varie realtà italiane tra cui la Provincia di Ascoli Piceno. Due persone del capoluogo sono state denunciate in quanto responsabili della commercializzazione e distribuzione/produzione di sacchetti riportanti mendaci dichiarazioni di conformità alla vigente normativa ovvero di qualità.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa al dicastero di via Cristoforo Colombo a Roma, alla presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Generale Gennaro Vecchione, Comandante del Comando Unità Speciali della Guardia di Finanza.

Il caso più noto per imprese e cittadini è quello delle cosiddette “shopper”, le buste di plastica diffusamente utilizzate per gli acquisti che per essere sul mercato devono rispondere ai requisiti indicati dall’articolo 2 del decreto legge 25 gennaio 2012: quelle monouso devono essere biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI EN 13432, quelle riutilizzabili devono avere uno spessore superiore ai 200 micron con maniglia esterna e oltre i 100 micron con maniglia interna se destinate a trasportare alimenti, mentre rispettivamente superiori a 100 e 60 micron per quelle non destinate al trasporto di alimenti.

Sono vari invece, e riscontrati su tutto il territorio nazionale, i casi di buste non a norma o che espongono false dichiarazioni di conformità che minano una filiera nazionale che, nella piena applicazione della legge, può valere fino a un miliardo di euro.

Grazie a una collaborazione avviata tra il Nucleo Speciale Tutela della Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza, Arpa Umbria e Assobioplastiche è stato possibile procedere a un’operazione pilota terminata nelle scorse settimane su due Regioni italiane (Calabria e Sicilia) che ha indicato la portata del fenomeno.

L’operazione, che si è concentrata anche su esercizi affiliati a note catene commerciali, ha visto impegnate le componenti territoriali della Guardia di Finanza e ha portato al sequestro di oltre 200 mila shopper non in regola e più di duemila chili di materia per la produzione dei sacchetti con contestazione di decine di illeciti amministrativi, multe fino a 1 milione e 800 mila euro e il deferimento all’Autorità giudiziaria di trentotto persone per frode nell’esercizio del commercio e concorso nel reato.

Il Nucleo Tutela Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza di Roma ha portato a conclusione una prima fase investigativa finalizzata all’individuazione di illeciti nel settore, sino ad oggi alquanto inesplorato, degli imballaggi di materiale plastico, non rispondente agli standard nazionali ed europei. In particolare, nonostante nel corso del tempo siano intervenute norme precettive afferenti l’ambito delle cosiddette “bioplastiche” predomina la regia di “importanti” interessi economici da parte di imprese produttrici/distributrici di sacchi per asporto di merci (le cosiddette “buste” o “sportine” o “shopper”) non compostabili in luogo di quelli ottenuti da fonti rinnovabili e perciò più sostenibili sotto il profilo ambientale.

Da qui il Reparto Speciale del Corpo, anche attraverso la fattiva collaborazione dell’Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili (Assobioplastiche), ha dato l’avvio ad un apposito “piano di azione” attraverso l’esecuzione di controlli in varie Regioni Italiane selezionate per questa prima fase di controlli. Le ispezioni hanno riguardato alcuni punti vendita affiliati a note catene commerciali ed erano tesi a verificare la conformità dei sacchi per asporto di merci (shoppers).

Nel complesso sono stati eseguiti 79 controlli con la contestazione di 82 illeciti amministrativi (di cui all’art. 2 del D.L. 25 gennaio 2012) eseguendo pene pecuniarie complessive da un minimo di 22.500 euro ad un massimo di 225 mila euro. 38 persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria (per i reati di cui agli artt. 110 e 515 c.p) in quanto responsabili della commercializzazione e distribuzione o produzione di sacchetti riportanti mendaci dichiarazioni di conformità alla vigente normativa ovvero di qualità. Sono stati sequestrati oltre 200 mila shoppers ed oltre 2 tonnellate di materia prima utilizzata per la produzione dei sacchetti non a norma.

L’attività ha visto impegnati 32 reparti del Corpo appartenenti ai Comandi Provinciali di Ascoli Piceno, Agrigento, Cagliari, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina, Palermo, Ragusa, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Sassari, Siracusa, Trapani e Vibo Valentia.

Dopo questa prima fase sono ora in corso ulteriori attività investigative per replicare l’esperienza operativa posta in essere anche su altre realtà territoriali nazionali.


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