APPIGNANO DEL TRONTO – Il 23 maggio scorso, nel corso della commissione Ambiente del Comune, congiuntamente all’Osservatorio dei rifiuti, la società Ascoli servizi comunali e la Picenambiente, avevano presentato una proposta per una gestione unitaria del ciclo dei rifiuti.

Il comune di Appignano in un comunicato si esprime circa l’insensatezza della soluzione: “Che dopo i mille NO, dell’Arpam a mattere un solo kg di rifiuti presso Relluce a causa del disastro ambientale che Ascoli servizi comunali ha provocato si parli ancora di quel sito come soluzione per i rifiuti è veramente paradossale alquanto scellerato per non dire criminale. Ascoli Servizi comunali e Picenambiente fanno un investimento di 30 milioni di euro per la realizzazione di nuove vasche presso la discarica di Relluce.

Tenuto conto che la gestione unitaria del ciclo dei rifiuti è auspicabile non comprendiamo qual è il motivo che spinge le due società, a fare una proposta tanto fantasiosa quanto irrealizzabile. Se per Ascoli servizi comunali tale proposta ha come obiettivo l’estremo tentativo di mettere in salvo un società fallimentare l’atteggiamento di Picenambiente ci appare totalmente incomprensibile. Entrambe le società hanno fatto una proposta che può essere dettata dalla furbizia o dalla totale incompetenza o, ancora peggio, dal credere che i Sindaci dell’ata e il suo Presidente siano totalmente incapaci. Infatti questa proposta non tiene assolutamente conto degli atti e della reale situazione del sito da loro proposto, in primo luogo non hanno tenuto conto di una delibera dell’ata del 10/11/2014 che stabilisce quanto segue: ‘l’ata esprime la propria contrarietà e diniego all’autorizzazione di ulteriori progetti di costruzione di nuovi siti e/o vasche di discarica per rifiuti non pericolosi nel sito in località Relluce di Ascoli Piceno…..’. Durante l’assemblea dell’ata che ha votato con una schiacciante maggioranza la delibera sopra riportata erano presenti Picenambiente e Ascoli Servizi Comunali. In secondo luogo hanno ignorato le molteplici problematiche ambientali presenti nel sito più volte evidenziate dall’arpam e che hanno condotto al totale diniego della costruzione della vasca 6. In terzo luogo hanno ignorato tutte le ordinanze che sono state fatte ad Ascoli Servizi Comunali per la pessima gestione e i disastri ambientali che hanno causato. Frane diffuse, inquinamento delle acque superficiali e profonde, mancata copertura delle vasche, rottura degli inclinometri, puzza persistente. “


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