La vicepresidente Marzia Malaigia ha incontrato una delegazione dei docenti GAE della Provincia di Ancona che stanno portando avanti quella che ormai ha assunto tutte le connotazioni di una battaglia degli insegnanti ostinata e solitaria, senza più tutela neanche da parte dei sindacati. Al centro della protesta, tutte le manovre “paradossali” previste dalla riforma cosiddetta “Buona Scuola” varata dal governo nazionale.
Dal comitato ci fanno sapere:Francesco, Laura, Claudia e Valentina sono solo 4 delle migliaia di docenti precari che hanno sostenuto scelte importanti e delicate nel loro percorso di vita e professionale per arrivare ad essere dei buoni insegnanti preparati e specializzati nella certezza che sarebbe stata rispettata quella che loro stessi insegnano ai loro alunni sin dai primi giorni di scuola: la legalità e il rispetto della legge. Ebbene, sono stati traditi proprio dalla mancanza di osservanza della Legge 107 , modificata, aggiustata o meglio stravolta con l’emendamento Puglisi, senza il minimo rispetto della dignità e qualità professionale, né per gli insegnanti né per gli alunni stessi.
Infatti il Governo, e nella fattispecie, l’emendamento Puglisi, che, in itinere ha letteralmente stravolto la L.107/2015, tradendo tutti i 45000 precari storici in GAE ( Graduatorie ad Esaurimento) e mettendoli nel concreto rischio di non poter più lavorare.

Nella legge 107 veniva di fatto sancito il completo assorbimento in tre anni delle GAE. Hanno deciso quindi in 45000 di non partecipare per motivi personali e familiari al piano assunzionale previsto dalla cosiddetta “Buona scuola”LG 107/2015, ( che li avrebbe costretti ad accettare un loro trasferimento in una delle 100 Province in cui potevano essere collocati in ruolo), aspettando con pazienza e dignità quanto appunto normato: la conclusione delle varie fasi durante l’a.s. 2015/2016 e l’inizio delle assunzioni al 50% da GaE e al 50% da concorso 2016 a partire dall’a.s. 2016/2017.
Purtroppo facendo i conti spiccioli della serva non c’è rimasto più alcun incarico per loro, dal momento che i neo-assunti insegnanti, attraverso il piano nazionale d’assunzione, avendo accettato appunto di lavorare in tutte le province, hanno coperto anche gli incarichi che sarebbero dovuti essere riservati agli appartenenti alla GAE.
I docenti incontrati  sottolineano come l’emendamento Puglisi stia permettendo iniquità ed ingiustizie indistintamente per tutti i docenti, facendo emergere molte criticità:
– l’assegnazione provvisoria dei posti in deroga, anche quelli di sostegno, riservata ai docenti neo assunti quest’anno e non abilitati, con il rischio concreto di non assegnazione in organico di docenti qualificati e abilitati a questo ruolo così delicato inseriti nella GAE;
– la segnalazione di insegnanti già in esubero con la conseguente possibilità di avere vincitori di concorso senza cattedra;
– lo slittamento delle assegnazioni provvisorie non effettuate prima del 15 settembre, in definitiva a scuola già iniziata;
– la ricerca estenuante di somma di punteggio per salire nelle famose graduatorie di assegnazione, che sta portando ad una competizione meccanica e non meritocratica con i colleghi docenti.
Le insegnanti intervenute, tutte abilitate al sostegno, tengono inoltre a far emergere come non sia plausibile una norma statale che permetta l’inserimento di migliaia di docenti senza abilitazione, salvo poi sanare la loro posizione con possibili brevi corsi abilitanti al sostegno, a dispetto di docenti abilitatisi con corsi di specializzazione, tirocini e master proprio su una professione così delicata e per quale dovrebbe essere accertata una elevata qualifica professionale. La perplessità di migliaia di docenti sta proprio nel ritrovarsi in quella che era la linea meritocratica professata proprio nella stesura del procedimento normativo “Buona Scuola”.

Esprimo la mia totale solidarietà con la protesta delle insegnanti e degli insegnanti che si stanno mobilitando- afferma la vicepresidente Malaigia -in quanto credo che non sia questa la strada giusta per raggiungere quello che avrebbe dovuto essere l’obiettivo di una riforma scolastica; continuità educativa, professionalità e meritocrazia”.
“Lo affermo anche da insegnante, oltre che da rappresentante delle Istituzioni: si stanno calpestando i diritti dei docenti, degli alunni e delle loro famiglie e questo proprio in un momento in cui ripartire dalla scuola è doveroso per colmare il divario con gli standard europei”.
“Presenterò una mozione in seno all’Assemblea Legislativa – conclude la Vicepresidente – affinché ci si attivi presso il Governo centrale a far riemergere un concetto chiaro quanto non interpretabile: una Legge è Legge, e come tale va rispettata. Cambiando le carte in corsa, deludendo le aspettative di chi giustamente crede nell’osservanza delle norme emanate, non è di certo indice di correttezza e giustizia da parte di un Governo.

 

 


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