ASCOLI PICENO – Le Acli delle Marche vogliono aggiungere la loro voce a quella di tante altre associazioni, rilanciando le idee della  Campagna “L’Italia sono anch’io”. Insieme con altre 21 associazioni della società civile, dai Sindacati alla Caritas, le Acli da anni chiedono che agli immigrati siano riconosciuti i diritti che noi come Acli chiedevamo per i nostri emigranti all’estero: i diritti di cittadinanza e il diritto di voto alle elezioni amministrative.

Con la Campagna “L’Italia sono anch’io” le Acli hanno voluto operare per l’uguaglianza fra le persone di origine straniera che crescono, studiano e lavorano in Italia.

Gli stranieri che vivono in Italia sono oggi oltre cinque milioni; quasi un quinto, cioè circa un milione, sono bambini, adolescenti e ragazzi con meno di diciotto anni. Non prevedere un percorso, preciso e rigoroso, di concessione della cittadinanza ai migranti significa dividere il Paese in cittadini di serie A e cittadini di serie B. Il diritto di voto alle amministrative va riconosciuto perché non si può negare la partecipazione alle decisioni pubbliche a chi contribuisce in modo continuativo al loro finanziamento pagando le tasse.

Con la Riforma approvata dalla Camera chi nasce in Italia può ottenere la cittadinanza se un genitore ha il permesso di soggiorno di lungo periodo. Chi è arrivato prima dei 12 anni può diventare italiano da minorenne dopo almeno 5 anni di frequenza scolastica. Chi arriva tra i 12 e i 18 anni può diventare italiano dopo 6 anni di residenza regolare.

Come ha affermato il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, “riconoscere la cittadinanza agli stranieri nati in Italia e dare il diritto di voto alle amministrative a chi è residente e produce reddito” sono due scelte di civiltà, perché contribuiscono a costruire un futuro di convivenza e di giustizia per chiunque nasca e viva nel nostro Paese.


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