ASCOLI PICENO – Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Ascoli Guido Castelli dopo la lettera inviata dai 18 sindaci del Piceno (CLICCA QUI) che criticavano le dichiarazioni del primo cittadino ascolano (CLICCA QUI) nei confronti del presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Paolo D’Erasmo riguardo all’ultima assemblea Ata. Quest’ultimo, prima della lettera dei primi cittadini, aveva rilasciato dichiarazioni di risposta al sindaco ascolano (CLICCA QUI).

Il sindaco Guido Castelli ha diramato una nota rispondendo ai 18 sindaci del Piceno intervenuti nella querelle.

Gentili colleghi,

Non so se prima di apporre la vostra firma alla nota pubblicata a mezzo stampa in data 17 ottobre avete letto esattamente il documento dal titolo “Il Sindaco di Ascoli sia esempio da imitare e non esempio da evitare”che reca in calce anche il vostro nome.

Vi sono scritte così tante corbellerie che preferisco pensare che il solito capo tribù offidano vi abbia imposto un’adesione sulla quale, almeno alcuni tra voi, avrebbe soprasseduto se solo avesse conosciuto – tra i tanti documenti che potrei esibire – almeno un paio di provvedimenti che allego alla presente.  

1) Il primo è il documento che dimostra inconfutabilmente l’inefficacia, prima, e la falsità, dopo, delle polizze fideiussorie rilasciate dalla Geta a garanzia dei propri obblighi di salvaguardia ambientale riconducibili alla nota discarica. Non è documento del Comune di Ascoli ma della Provincia di Ascoli emesso dalla Dirigente dottoressa Amurri il giorno prima dell’ultima assemblea Ata. Paolo D’Erasmo sapeva e ha omesso deliberatamente di riferire all’assemblea dei Sindaci la vera ragione che ha motivato lo stop al conferimento dei rifiuti alla Geta. È almeno dallo scorso marzo, apprendiamo dal documento, che la Geta non è titolare di garanzia adeguata alla copertura dei rischi ambientali derivanti dall’abbancamento in località Alto Bretta dei rifiuti urbani e speciali pericolosi.

Rischi che gravano sul territorio ascolano e che, in caso di emergenza e di renitenza del privato all’obbligo di risanamento, verrebbero caricati tra gli obblighi del comune capoluogo. Il problema dei documenti falsi prodotti per l’esercizio dell’attività non è solo di carattere penale (e di qui tutte le azioni legali che ne conseguiranno) ma assume toni ben più impegnativi per la città di Ascoli dove insistono ben quattro discariche, Relluce, Geta, Ipgi, Campolungo (oltre che la vasca Sgl Carbon oggetto di sanzione europea) cariche dei rifiuti che nei decenni sono stati prodotti anche dai vostri comuni. Il bilancio del Comune di Ascoli, che versa – mi spiace per voi – in condizioni ottimali a dispetto dei superficiali giudizi resi nella vs. nota, potrebbe avere problemi solo se i comportamenti che sin qui hanno permesso alla Geta di abbancare rifiuti per un incasso di oltre 4 milioni di Euro senza polizza dovessero perpetuare anche in futuro.

2) Nella vostra nota, vi siete bevuti e avete preso per vere le vergognose ricostruzioni di D’Erasmo circa l’ignominia delle escussioni delle polizze, vere e autentiche, stipulate da Ascoli Servizi a salvaguardia dei propri obblighi. Mi spiace per voi ma anche in questo caso avete fatto male a fidarvi: allego alla presente anche il decreto con il quale il Tribunale di Ascoli Piceno ha accolto la richiesta formulata ai sensi dell’articolo 700 codice di procedura civile da Ascoli Servizi Comunali s.r.l. volta a impedire l’escussione da parte della Provincia di Ascoli Piceno della polizza fideiussoria stipulata a garanzia delle obbligazioni scaturenti dalla gestione operativa della discarica di Relluce, e, per l’effetto “ha ordinato alla Provincia e alla Compagnia di Assicurazioni di astenersi dal compiere atti o fatti finalizzati all’escussione e alla liquidazione della polizza fideiussoria”.

Secondo il Tribunale “la richiesta della Provincia appare del tutto arbitraria, anche in considerazione del comportamento tenuto dalla Provincia nello svolgimento del rapporto con la società ricorrente. La medesima infatti sembra aver violato il divieto di venire contra factum proprium, posto che, se da una parte ha stabilito un termine per la realizzazione del capping, giungendo ad esplicitare che non era più possibile abbancare rifiuti nella vasca 4, dall’altra parte ha disposto il conferimento nella medesima vasca di nuovi quantitativi di rifiuti. Trattasi di pretese palesemente contraddittorie che, alla luce del principio di buona fede, non appaiono idonee a qualificare la condotta della controparte in termini di inadempimento imputabile”.

Mi fermo qui. Potrei continuare ma preferisco farlo in altra sede per cercare di rimuovere le incrostazioni di interesse che stanno avvolgendo l’emergenza rifiuti e chi dagli spalti della Provincia agisce a tutto detrimento dell’ambiente, delle norme e del territorio ascolano.

Rispetto a questa battaglia, sappiatelo, non mi farò intimidire nè dalle raccolte firme nè da altro. Andrò avanti fino alla fine e lo farò anche nell’interesse delle popolazioni dei vostri comuni.

ordinanza-4 sospensione-geta (documenti rilasciati dal sindaco Guido Castelli)

 


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