ASCOLI PICENO – Il Partito Democratico interviene sulla richiesta del sindaco Guido Castelli al presidente di Regione Marche, Luca Ceriscioli, di far presto ad anticipare l’erogazione dei fondi previsti dal Programma operativo regionale finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (detti in sintesi Fondi dei Fondi Por Fesr 2014/2020).

Ma a nome del Partito democratico così replica Valentina Bellini: «Siamo alle solite. Fa cadere le braccia l’insulsa richiesta di Castelli a Ceriscioli. Lo scoramento viene da alcune inevitabili riflessioni dopo il comunicato di due giorni fa. Il sindaco chiede di anticipare di qualche mese l’emanazione di bandi a sostegno dell’imprenditoria picena: proprio lui che – nei lunghi anni trascorsi a fare campagna elettorale permanente invece che ad amministrare la città – non è stato capace di dare vita a un progetto, una proposta, un’idea organica sul futuro lontano e prossimo di Ascoli».

«Una richiesta che rivela ciò che già sappiamo», prosegue la Bellini. «L’amministrazione di Ascoli non ha capito molto dell’Area di Crisi complessa, soprattutto perché si è rifiutata di capire. Partecipando pochissimo alle tante iniziative messe in campo per la massima resa dell’opportunità offerta da Stato e Regione».

«Come sempre accade, nel piccolo e nel grande, appena Castelli vede che c’è un’iniziativa virtuosa, una proposta utile per i cittadini, l’unico obiettivo è quello di denigrare, mostrare scetticismo, mettersi di traverso, anziché cercare di fare quadrato a vantaggio del territorio. Con un’ansia rivelatrice – incalza l’esponente dell’opposizione all’Arengo – dell’unica cosa che gli sta a cuore: la sua sopravvivenza politica, la sua visibilità. Altro che il futuro del Picenoۛ».

«Però siccome siamo ostinati, seppure ormai disillusi, nella convinzione che il rilancio del territorio, debba passare sotto ogni aspetto attraverso la collaborazione della città capoluogo, diamo alcune informazioni utili sul tema».

Queste le valutazioni del Pd ascolano:

«Il governo per ora non ha né stanziato risorse, né stabilito le tipologie di strumenti agevolativi proprio perché la definizione di tali stanziamenti passa attraverso la manifestazione di interesse – scaduta  lo scorso 14 ottobre – per costruire un progetto di riconversione e riqualificazione del territorio. A proposito: qual è stata l’azione di sollecitazione e di impulso del Comune alle imprese della città per la loro partecipazione?».

«Oltre gli stanziamenti che il governo stanzierà a seguito del Piano – si legge sempre nella nota del Pd – la Regione ha riservato sul Bando Por Fesr 2014/2020, Asse 3, azione 7.1 un plafond di circa 5,8 milioni di euro (dotazione superiore a quella delle altre due aree in crisi) per le imprese dell’area di crisi del Piceno e di 8 Comuni del Fermano, volto a sostenere investimenti produttivi, eventualmente integrati con progetti di innovazione dell’organizzazione, di investimento ammissibile al di sotto di 1,5 milioni di euro, quindi appetibili da parte di imprese di tutte le dimensioni (micro, piccole e medie), ma anche per progetti di start up dai 75 mila fino a 400 mila euro. È strano che Castelli non si sia accorto che per la prima volta la giunta regionale stanzia per il Piceno una tale mole di risorse per le piccole e medie imprese. Stanziamenti inseriti nel Piano di riqualificazione di cui essi sono parte integrante, determinante».

«Il fatto poi che la presentazione delle domande di agevolazione sul Bando Por Fesr, a partire dal 14 luglio sia possibile solo per gli investimenti dell’area di crisi della provincia di Pesaro Urbino e dell’area ex Antonio Merloni, mentre risulti bloccato per l’area di crisi del Piceno – spiega il Pd – è dovuto al fatto che il suddetto Bando sarà non solo la misura inclusa nel progetto di riconversione e riqualificazione (Prri), ma anche misura regionale di cofinanziamento dell’Accordo di programma dell’area di crisi complessa Piceno-Valle del Tronto-Val Vibrata e che tutte le misure che saranno proposte dalla Regione come misure di cofinanziamento e come base su cui contrattare il cofinanziamento nazionale dovranno partire dopo la data di sottoscrizione dell’Accordo, pena la non computabilità di tali risorse sull’Accordo stesso».

«Insomma: accordo di Programma come conditio sine qua non di una diversificazione di strumenti agevolativi che rendono l’azione ben più ampia anche rispetto ad altre positive esperienze regionali. E Castelli sa benissimo che per legge il de minimis può essere applicato solo a seguito di stipula dell’Accordo», chiosa la nota del Pd ascolano.

E Valentina Bellini – che oltre ad essere consigliere comunale all’Arengo è anche vice-presidente della Provincia – così conclude: «Abbiamo sin da subito offerto la nostra collaborazione in termini organizzativi e operativi, così come stanno facendo tanti altri Comuni del comprensorio. Che lo faccia anche il più grande Comune della provincia sarebbe davvero determinante. Ma l’inadeguatezza dell’attuale amministrazione ci porta ad essere pessimisti. Siamo convinti, comunque, che la città di Ascoli riuscirà comunque a giovarsi di questa opportunità».


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