Nella giornata di giovedì 10 novembre la nostra redazione sarà impegnata in un lungo “Live Piceno“, che avrà modo di testimoniare la situazione vissuta dalle comunità picene che più stanno pagando, in termini anche di vite umane oltre che danni alle abitazioni e al patrimonio artistico e religioso.

Pubblicheremo quindi video, fotografie, testimonianze in tempo reale (qui il precedente “live” dalla zona collinare). Il nostro percorso avrà inizio da Comunanza, per poi percorrere l’intero anello montano piceno: da Montemonaco a Montegallo arrivando ad Arquata, Roccafluvione e Arquata. Ovviamente, considerato il carattere itinerante dei nostri servizi, il percorso accennato potrà subire variazioni.

A tal proposito invitiamo a contattarci e a fornirci informazioni inerenti, compreso invio di foto e video, utilizzando i seguenti contatti:

Carlo Fazzini, 3335007457 – [email protected].

ORE 10:00 – COMUNANZA – A Comunanza il centro è transennato in gran parte e alcuni vecchi edifici sono crollati. È la paura però la principale eredità del terremoto. Un residente infatti ci dice di “non riuscire più a dormire la notte”. Molte persone, “principalmente per paura” racconta una donna “dormono in palestra anche se hanno la casa agibile”.

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ORE 10:00 – MONTEMONACO – Silvio Antognozzi, imprenditore turistico, titolare della struttura Cittadella di Montemonaco: “La situazione non è certo ottimale dopo le scosse di terremoto e il turismo nelle nostre zone cerca di risentirne. Ci stiamo attivando affinché con Piceno Dmo si possa coinvolgere non solo gli imprenditori della nostra zona ma tutta la provincia. Ci stiamo impegnando affinché vengano ricostruite le chiese che sono un po’ il nostro patrimonio non solo religioso, in primis Santa Maria in Pantano”.

VIDEO. Dopo il terremoto Montemonaco si è svuotata

ORE 11:00 – MONTEMONACO – Il centro di Montemonaco è zona rossa, gli abitanti sono dislocati fra container, roulotte e alberghi sulla costa. Qualcuno dorme ancora in auto. Nel centro storico, vi è al momento un unico residente, ex comandante della locale stazione dei Carabinieri: “La mia casa è stata valutata agibile ma c’è molta paura per le continue scosse, la notte si sentono e non si dorme. Così mi divido tra Montemonaco e Acquaviva, dove mia moglie ha una casa e vive assieme a mio figlio”.

VIDEO. A Montemonaco parla l’unico residente rimasto

ORE 11 – Il sindaco Onorato Corbelli, di Montemonaco: “Stiamo lavorando per liberare la zona rossa, gli interventi proseguono ma ci sono delle limitazioni, stiamo attendendo l’arrivo di mezzi piccoli in modo che si possa agire anche nelle vie più piccole. Stiamo sistemando i cornicioni pericolanti perché rendono pericoloso il transito e bloccano tutto il percorso”.

VIDEO. Parla il Sindaco di Montemonaco Onorato Corbelli

ORE 11:30 – MONTEGALLO – Gravi danni anche a Montegallo, sulla strada ci imbattiamo in una casa, relativamente moderna, letteralmente sventrata dal terremoto.

Il centro di Balzo di Montegallo è completamente deserto, non c’è neanche un residente. Molte abitazioni hanno delle crepe e i danni maggiori sembrano averli riportati le case appena all’esterno. Rimandiamo alla fotogallery.

VIDEO. Riviera Oggi dentro Montegallo

ORE 12:00  -MONTEGALLO –  È l’ennesimo “borgo fantasma” che incontriamo ai piedi dei Sibillini. Per chi ha vissuto in questi luoghi o chi li ha visitati, il silenzio che si incontra camminando per le strade disabitate è davvero un colpo al cuore. Sentiamo soltanto il rumore di una fontanella lasciata aperta, come se fosse un simbolo di una vita che comunque va avanti. Alcuni gattini ci si fanno incontro, miagolando. Tutto attorno, case vuote e lesionate, negozi e ristoranti chiusi.

ORE 12:40 – MONTEGALLO – Siamo a Montegallo, precisamente nella cosiddetta “cittadella” allestita sotto Balzo di Montegallo, il capoluogo comunale delle 23 frazioni cittadine. Montegallo attualmente è un borgo quasi del tutto disabitato. Il vicesindaco Tiziano Pignoloni spiega che “i residenti di Montegallo sono trasferiti a Grottammare, negli alberghi, dove mi trovo anche io. La “cittadella” è stata allestita grazie all’intervento della Protezione Civile dell’Emilia-Romagna, già dopo il sisma del 24 agosto. La popolazione prima è stata trasferita nelle tende, poi negli alberghi. Siamo in attesa di sapere in che modo procedere, la situazione non è semplice. Abbiamo 23 frazione otto delle quali gravemente colpite, e 28 chiese tutte lesionate e inagibili a partire da quella che è il simbolo di Montegallo, Santa Maria in Pantano, che aveva resistito alla prima scossa ma il 26 ottobre è crollata”.

 


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