ASCOLI PICENO – Operazione contro la criminalità organizzata. Nella mattinata del 29 novembre, in una conferenza stampa alla Questura di Ascoli (CLICCA QUI), sono stati resi noti gli autori delle rapine ai danni di alcuni rifornimenti di benzina.

E’ stata sgominata la banda della “Renegade bianca”Nella prime ore della mattinata del 29 novembre, in collaborazione con la Polizia Stradale e la Squadra Mobile di Catania oltre che con  la Squadra  Mobile di Messina, sono state eseguite le custodie cautelari in carcere nei confronti di tre siciliani.

Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno, Lorenzo Maria Destro, sono state svolte dalla Squadra Mobile ascolana in collaborazione con la Sezione della Polizia Stradale ed hanno avuto origine dall’intervento effettuato per la rapina del 4 agosto presso il distributore Eni di Maltignano.

Due uomini di cui uno armato di cutter e l’altro di pistola avevano minacciato i due giovani addetti all’area di servizio e si erano impossessati di 800 euro.

La sera successiva, sempre in un’area di servizio sull’A14, Chienti Est a Porto San Elpidio, sotto la minaccia delle armi i criminali si sono erano consegnare 1.200 euroElemento in comune: i malviventi arrivavano sempre a bordo di una Renegade BiancaStesse modalità anche per una rapina effettuata a Loreto il 6 agosto ai danni di un supermarket “Eurospin” per la quale erano intervenuti militari dell’Arma dei Carabinieri.

L’8 agosto i carabinieri di Riccione avevano sorpreso tre persone mentre erano intente ad applicare targhe rubate ad una Renegade bianca: dalla successiva perquisizione del mezzo era stata trovata una pistola ed alcuni articoli di giornale che trattavano delle rapine ai distributori di carburante avvenute nei giorni precedenti sul territorio marchigiano. I criminali sono stati arrestati per la detenzione della pistola oltre che per la ricettazione di targhe rubate.

Da qui hanno avuto inizio delicati e complessi accertamenti della Polizia Stradale e della Squadra Mobile ascolane che hanno consentito di riscontrare la presenza del terzetto sul territorio locale e più precisamente sui luoghi delle rapine.

Dalla ricostruzione effettuata è emerso che due dei quali con famiglie al seguito, erano venuti a trascorrere le vacanze in strutture alberghiere, ai confini tra Marche ed Abruzzo.

Quotidianamente i tre, (P.M. del 1973,  catanese, G. M. del 1985, di Taormina, entrambi con precedenti specifici, A. A.  del 1977, torinese di origine, ma sempre residente nella provincia siciliana) dopo aver lasciato moglie e figli a soggiornare in qualche struttura balneare, si assentavano per tutto il giorno, facendo ritorno solo alla sera: trascorrevano le loro giornate facendo sopralluoghi per poi mettere a segno le rapine presso alcuni esercizi commerciali.

Solitamente si organizzavano, rubando targhe nel corso della mattinata in cui avrebbero poi perpetrato la rapina, al fine di applicarle e rendersi irrintracciabili.  I riscontri effettuati hanno consentito di accertare la responsabilità dei tre siciliani, che oggi sono stati ristretti alla Casa circondariale di Catania.


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