REGGIO CALABRIA – Colpo duro alla criminalità organizzata. Alle prime luci dell’alba del 7 dicembre, nella Provincia di Reggio Calabria e in altre zone d’Italia tra cui l’Ascolano, il personale del Comando Provinciale Carabinieri ha dato esecuzione al provvedimento cautelare emesso dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria (su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia) nei confronti di 18 indagati tra cui un soggetto di 50 anni già detenuto nel carcere di Ascoli Piceno.

Comunque, in carcere, è arrivato il provvedimento per l’uomo grazie all’operazione “Ecosistema” rivolta alla gestione dei rifiuti nella provincia di Reggio Calabria

Sono personaggi legati ad ambienti dell’imprenditoria, della politica e della ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate “cosca Iamonte” e “cosca Pavagliniti” ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso turbata libertà degli incanti, violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza.

Tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento, falsa testimonianza, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo.

L’odierna misura cautelare costituisce esito di un articolato impegno investigativo coordinato dalla Procura di Reggio Calabria e condotto dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, avviato nel 2014 quale approfondimento delle risultanze assunte nell’ambito delle operazioni “Ada” e “Ultima Spiaggia” condotte nei confronti delle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta facenti capo alle famiglie Iamonte e Pavagliniti operanti nei comuni di Melito di Porto Salvo, San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri.


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