ANCONA – “Occorre fare di tutto per accrescere il lavoro femminile. La conciliazione tra lavoro e maternità è una leva di sviluppo, oltre che sociale e culturale”: così l’assessora alle Pari opportunità Manuela Bora intervenuta al convegno ‘Le azioni a sostegno e promozione dell’impresa femminile’ promosso da Confartigianato Marche.

Di fronte a dati preoccupanti sull’abbandono del posto di lavoro da parte delle madri lavoratrici, l’assessora stigmatizza: “Non è più tollerabile il fatto che tante, troppe donne vengano poste di fronte all’alternativa drammatica tra la professione e la scelta della maternità perché si fa sempre più fatica a conciliare i tempi di vita e di lavoro”. La compatibilità tra l’occupazione delle donne e il desiderio di avere dei figli, quindi, “deve diventare un obiettivo cruciale delle politiche del lavoro. La qualità dell’occupazione di un paese si misura anche sulla possibilità che le donne con figli riescano a conciliare i lavori di cura familiare con il lavoro retribuito. Una donna fuori dal mercato del lavoro è una sconfitta per tutti. La maternità non è in antitesi alla produttività. È vero il contrario: dove le donne lavorano di più e i servizi sono migliori c’è maggiore apertura alla maternità”.

Libertà uguale conciliazione lavoro–famiglia che restituisce significato a entrambe: in questa direzione le azioni della Regione che “sta facendo la sua parte, seppure con estrema difficoltà per le esigue risorse” rileva Manuela Bora. Avviato il Progetto ‘Maternità come opportunità’ iniziative in grado di sostenere modalità di prestazione di lavoro e tipologie contrattuali facilitanti, promuovendo anche l’adozione di modelli e soluzioni organizzative family friendly. Nell’ambito del progetto è stato stipulato anche il Protocollo d’Intesa per la promozione di azioni positive volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro tra Regione Marche e Anci, Upi, organizzazioni sindacali e le Associazioni datoriali di lavoro.

Sono stati realizzati 13 progetti di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro presentati da 41 imprese del territorio marchigiano (18 Comuni), di cui 36 coinvolte in progetti ‘di rete’ (88%). “Molti passi avanti sono stati fatti in questi anni: le donne sono divenute simboli dei settori di punta della vita nazionale, dalla ricerca scientifica, alle professioni, allo sport. Così come è aumentata la rappresentanza di genere nei luoghi della governance economica e nelle istituzioni. Anche nella nostra Regione questo processo sta avanzando, e avrà un’ulteriore importante passaggio quando sarà discussa in Commissione e in aula la proposta di legge della Giunta sulla doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio Regionale.

Accanto a questa importante modifica legislativa sarà indispensabile introdurre interventi e misure innovative che favoriscano e garantiscano una efficace conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro”, conclude l’assessora.


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