ASCOLI PICENO – Il Comitato per il No di Ascoli Piceno traccia un bilancio della sua attività e del voto referendario dello scorso 4 dicembre e rilancia il suo attivismo in merito alla legge elettorale che il Parlamento dovrà scrivere in vista dell’imminente voto nazionale.
“Il comitato di Ascoli si è formato lo scorso maggio per iniziativa dell’Arci, dell’Anpi e delle Agende Rosse Paolo Borsellino – si legge nella nota stampa firmata dal referente Alessandro Cappelletti – Si è trattato di un comitato molto partecipato e assai eterogeneo, poiché ha visto la partecipazione di cittadini del Partito Democratico che non si riconoscevano nella riforma, del Movimento 5 Stelle e di molti altri liberi cittadini non legati ad alcun partito ma animati solo da un profondo senso civico”.
“Il comitato, oggi, si rallegra del risultato del Referendum sia a livello nazionale che locale, come si rallegra dell’ampissima partecipazione alle urne, indicativa di come gli italiani, qualora si tratti di difendere i loro diritti e la loro Costituzione, non si rifugino nell’astensionismo e corrano in massa a far sentire la loro opinione a chi li governa. Ci rallegriamo anche che questa riforma non sia passata poiché essa avrebbe inevitabilmente ristretto i confini della partecipazione popolare mentre gli italiani ci dimostrano che la voglia di partecipazione è grande” continua la nota.
Scrive il Comitato che “intendiamo anche ora esprimere la sua netta contrarietà al Governo Gentiloni, che non è altro che una fotocopia di quel Governo Renzi inevitabilmente bocciato alle urne referendarie; un governo che schiaffeggia la volontà degli italiani, poiché vede addirittura la promozione di Maria Elena Boschi, che passa da Ministro a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonostante la riforma bocciata ad ampissima maggioranza dagli elettori portasse il suo nome e nonostante l’ex ministra avesse ripetuto più volte che, in caso di respingimento della sua riforma, avrebbe lasciato la vita politica”.
“Il Comitato del No intende ora rimanere in piedi e fare la sua parte per proporre una legge elettorale che sia autenticamente costituzionale, che sia proporzionale e che consenta ai cittadini di scegliersi i propri parlamentari. Il comitato intende anche fare la sua parte per favorire la partecipazione al prossimo referendum contro il Jobs Act di modo da respingere una legge profondamente lesiva dei diritti e della dignità dei lavoratori” conclude la nota.
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E i candidati chi li sceglie? Ci sceglie tra mediocrità o eccellenza? Chi ci garantisce delle loro qualità? Il segretario politico che cerca fedeltà e complicità?
L’Uninominale di collegio a doppio turno induce la scelta di candidati almeno presentabili visto ce il confronto sarebbe più tra persone che tra partiti. Persone residenti nel collegio e quindi conosciute alle cronache locali, persone che saranno indotte a rappresentare coerentemente gli elettori e il territorio. Al primo turno
si salva il pluralismo ed al secondo si concentra per la governabilità…
Il proporzionale lo abbiamo già visto e rinnegato!
Non è una presunta rappresentanza formale che ci può salvare dalla palude dove ci ha trascinato una mediocrità asfissiante, ma un Parlamento di persone di rigore morale e culturale, e l’uninominae di collegio favorisce la selezione di queste Persone.
Paolo Barbieri
Si riferisce al proporzionale? Solitamente il numero di candidati varia in base alla dimensione del collegio e del numero di eleggibili… è un sistema che dà più ampie garanzie in merito alla scelta dell’eletto, se la preferenza è libera.
Almeno rispetto al sistema delle liste bloccate (Porcellum-Italicum) e al collegio uninominale (Mattarellum). Non trova?
Non è che bisogna traguardare “porcellum ed italicum”, ma il sistema che può portare in Parlamento le eccellenze del Paese e non la media mediocrità o peggio.
Le preferenze inducono investimenti finanziari pesanti per la propaganda elettorale che sottindendono un ritorno di maggiori dimensioni.
L’uninominale di collegio offre le maggiori garanzie sulle qualità dei candidati.
Ed è quello che ai Cittadini deve interessare perchè è il loro rigore morale e culturale, le competenze e l’orientamento al bene comune che determinerà la qualità delle norme prodotte dal Parlamento, luogo-istituzione da cui discende il destino del Paese e nostro.
Paolo Barbieri