ASCOLI PICENO – Sempre notevole la produzione di informazioni sull’economia picena da parte della Cna, che in particolar modo sta fornendo un apporto considerevole agli approfondimenti necessari per comprendere cosa sta accadendo nella zona montana colpita dal terremoto dei mesi scorsi. Di seguito il comunicato stampa della Cna.

Attività edile in una frazione di Arquata del Tronto. Danni stimati alle strutture pari a 50 mila euro. Danni a magazzino e macchinari, circa 30 mila euro. Fatturato, dal primo settembre al primo dicembre, passato da 50 mila euro del 2015 a 22 mila euro di quest’anno. Prime spese sostenute: 2.580 euro per un container da destinare a ufficio, per pochi arredi e per le utenze di luce e telefonia. Alla mancanza di magazzino si sopperisce con acquisti legati alle esigenze del momento e per un po’ di stoccaggio di fortuna c’è il ciglio della strada Salaria. In ginocchio, ma con meno di 3 mila euro si resiste e si riparte. Sono oltre cento le schede che la Cna di Ascoli Piceno ha già raccolto in tutta la provincia per monitorare la situazione delle attività produttive, artigiane e commerciali. Dati e numeri che diventano anche, nella loro disarmante semplicità, storie di lavoro e di voglia di fare in grado davvero di resistere a tutto.

Delle schede rilevazione danni (sia diretti che indiretti), una cinquantina – ovvero quasi la metà – arrivano dai comuni di Arquata e Acquasanta. Una quindicina da Ascoli e le restanti dagli altri comuni montani e anche più a valle, fino a Maltignano e Castel di Lama. “Abbiamo creduto in questo lavoro di monitoraggio – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – e i dati che stiamo raccogliendo confermano questa nostra convinzione. Questo tipo di informazioni, a uso degli organismi preposti nazionali e regionali, riteniamo saranno utili per non disperdere energie e per indirizzare gli interventi già da subito nella direzione più utile a chi sta facendo di tutto per non mollare la propria attività”.

Un’imprenditrice che opera nel campo della cura alla persona afferma: “Ho contattato personalmente molte mie clienti che hanno avuto danni e dispiaceri. E mi hanno detto che non se la sentono di pensare a loro spendendo anche del denaro per questo. Ascoli Città, impresa artigiana: 11 dipendenti fino a luglio, ora passati a 8 e con la necessità di ridurre l’orario a chi è rimasto al lavoro. Da fine agosto a fine settembre 22 mila euro di fatturato in meno rispetto allo stesso periodo del 2015″.

Sempre da questo primo monitoraggio della Cna emerge che i danni strutturali – nella maggior parte dei casi – oscillano fra 30 e 50 mila euro. E questo sia per capannoni, laboratori, magazzini e negozi. Più lontano dall’epicentro, invece, danni ancora più lievi ma – nel migliore dei casi riduzione del fatturato, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, di almeno il 50 per cento. “C’è chi deve ripartire da zero – aggiunge il direttore Cna – e quindi ha bisogno di tutto. Ma chi ha danni indiretti è allo stesso modo in gravissima difficoltà. E il numero di queste attività è enormemente più grande ed esteso su quasi tutta la provincia. Gli interventi di sostegno, in prospettiva, non potranno quindi prescindere da questa realtà”.

E il convincimento della Cna trova riscontro continuando a spulciare fra i dati e le brevi note raccolte nelle schede di rilevamento danni. Attività commerciale alla periferia di Acquasanta. Scrive la titolare: “Struttura agibile ma la ditta ha subito un danno stimabile in 20 mila euro in quanto parte della strada di accesso è inagibile e le persone non passano da qui”. E ancora, titolare distributore di benzina in direzione Monti Sibillini: “Distributore funzionante anche se immobile adiacente inagibile. Ma essendo stato evacuato il paese non ci sono persone che possono acquistare carburante e lubrificanti”. E poi, arrivando fino ad Ascoli città, azienda produttrice di materiale per computer e stampanti: “Ditta artigiana non operativa in quanto non è possibile raggiungere il laboratorio causa strada interrotta in entrambi i sensi per caduta massi da mura di cinta. Danni stimati per attrezzature e macchinari, 35 mila euro; 25 mila euro per magazzino e mancati incassi”.

EMANATE INTANTO LE PRIME ORDINANZE PER L’OPERATIVITA’ DELLA RICOSTRUZIONE. Sono intanto ufficiali i primi decreti attuativi, emanati dal Governo e pubblicati in Gazzetta ufficiale, che si attendevano con urgenza per poter passare dalla fase progettuale a quella operativa della ricostruzione e della ripartenza delle attività produttive colpite dal sisma.

Tre quelle di particolare e stringente urgenza: l’ordinanza (numero 7) che stabilisce il prezziario unico per gli interventi nell’area del cratere; l’ordinanza (numero 8) che determina il contributo concedibile per gli interventi immediati di riparazione e rafforzamento su edifici che hanno subito danni lievi; l’ordinanza (numero 9) che detta le regole per la delocalizzazione immediata e temporanea delle attività economiche danneggiate.

RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO: PROCEDIMENTO “WHITE LIST” CON L’AUSILIO DEGLI ESPERTI DELLA CNA. Le imprese interessate a partecipare, a qualunque titolo e per qualsiasi attività, agli interventi di ricostruzione pubblica e privata nei comuni del cratere a seguito dei danni provocati dagli eventi sismici, devono essere iscritte, previa presentazione della domanda, nell’apposito elenco dell’Anagrafe antimafia degli esecutori. Le imprese possono rivolgersi negli uffici della Cna di Ascoli Piceno (0736.42176) e di San Benedetto del Tronto (0735.658948). Referente: ingegner Antonio Vinciguerra – [email protected]


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