ASCOLI PICENO – Dopo il 1870 esplose, anche nell’Ascolano, la “ Crisi agraria “ causata dal nuovo fenomeno dell’arrivo sui mercati  europei del grano dagli Stati Uniti d’America e dall’Argentina reso possibile dal miglioramento della comunicazioni navali a vapore. Questo abbassamento del prezzo del grano non sollecitò gli agricoltori Ascolani all’adozione di sistemi produttivi più moderni, ma fece purtroppo accentuare lo sfruttamento della forza lavoro con l’imposizione di nuovi patti mezzadrili come il “ Diritto di Fossatico “ e la consegna al padrone dell’intero raccolto della foglia  del gelso e delle olive da concia, pur restando accollate al colono tutte le spese di coltura.

Talora veniva anche imposto l’obbligo di imbiancare una certa quantità di tela grezza Questi non erano fatti di poca importanza perché la produzione delle olive da concia ( Tenera Ascolana) e la Bacologia rappresentavano le due aree di specializzazione dell’economia Ascolana.

Il fatto che la fornitura della foglia del gelso fosse di gratuita spettanza padronale ( Comune di Monteprandone / Relazione del 30/07/1872) e che il colono dovesse prestare l’opera sua nell’allevamento dei bachi impediva ai mezzadri di affrancarsi dalla condizione di dipendenza dai proprietari, essi stessi produttori del seme – bachi, attività che divenne poi la vera industria cittadina di Ascoli.

Questo feroce sfruttamento della forza lavoro dei mezzadri impediva di esercitare per proprio conto la produzione di Filugelli e di Bozzoli di cui i proprietari terrieri incoraggiavano la produzione nelle case coloniche.

Dopo il 1870, nel circondario Ascolano, prese sempre maggiore importanza l’allevamento del baco da seta per la confezione del seme – bachi, ma la produzione locale di foglia non era più sufficiente a coprire il fabbisogno della “ nascente industria “ che era costretta a ricorrere ad importazioni dai vicini circondari di Fermo e di Teramo. Inoltre fu particolarmente biasimata la scarsa cura che ad Ascoli si poneva nella preparazione dei vivai di gelso in tutto il territorio Ascolano.

Nella seconda metà dell’800, ad Ascoli, c’erano però Erasmo Mari, Giovanni Tranquilli e Antonio Silvestri  che con il loro straordinario talento sono riusciti a superare tutte queste terribili difficoltà igienico-sanitarie e di un sistema mezzadrile che non aiutava la modernizzazione delle strutture agrarie Ascolane necessarie per dare impulso alla più grande sfida che Ascoli ha vinto con il  gelso e  al baco da seta fino ad arrivare ai primi anni  del 900 grazie anche al famoso  bozzolo GIALLO  ASCOLI “.

Dopo 100 anni ( 1970) i terribili e disumani patti mezzadrili Ascolani  si scontrarono con la Legge del maceratese Onorevole  CIAFFI con cui fu finalmente abolita la mezzadria che è stata la prima causa del declino  dell’industria bacologica Ascolana.

Dal 1970 in poi nell’Ascolano hanno ubriacato gli imprenditori prima con l’arrivo della Cassa del Mezzogiorno e poi con i Fondi Europei gestiti da una burocrazia post – mezzadrile che ha stremato la città   fino a farla arrivare alla lunga crisi del 2008/2016 con le poche speranze che poi  il recente pauroso terremoto ha spazzato via  completamente tra i molti giovani Ascolani di talento e le  tante famiglie Ascolane oneste e laboriose che guardavano alla bachicoltura  con rinnovata attenzione ed in particolare alla Filiera corta “ GELSO / BACO  da seta / FILATURA / TESSITURA “.

L’Associazione Agrivalore di Ascoli Piceno con il suo Presidente Luigi Capriotti negli ultimi anni si è mossa su alcuni “ Orti “ concessi gratuitamente dall’Amm.ne Comunale in località Campolungo e da due anni sta lavorando anche su alcuni campi sperimentali di Canapa che nel territorio Ascolano aveva già  dato grandi risultati economici nei secoli passati.

Dopo le tremende scosse di terremoto di questo brutto 2016 alcuni soci di Agrivalore hanno preso contatti con l’istituto Sperimentale di Bachicoltura di Padova e grazie all’interessamento della  dottoressa Laura Melloni responsabile dell’azienda speciale Piceno Promozione presieduta da Rosetti Rolando. Sono quindi riusciti a far arrivare ad Ascoli Piceno n.400 piantine di gelso che in questi primi giorni del nuovo anno ( 2017 ) verranno messe a dimora proprio sugli    “ ORTI “ concessi dal Comune  in località Campolungo : per far  terminare le emergenze e far ripartire le zone terremotate del  “ cratere “ con il baco   “ Giallo Ascoli” che tante soddisfazioni economiche ha dato ad intere generazioni di Ascolani.


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