ROMA – Maltempo no stop dopo un 2016 che si è classificato in Italia al quarto posto tra gli anni piu’ caldi di sempre con una temperatura che è risultata di 1,24 gradi superiore alla media del periodo di riferimento. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che rilevano le temperature dal 1800.

“Un risultato – sottolinea la Coldiretti – alimentato anche dalle temperature record del mese di dicembre che sono scese rapidamente dall’inizio del nuovo anno con uno sbalzo termico improvviso che ha provocato gravi danni alle coltivazioni e agli animali allevati ma anche picchi di influenza che ha già colpito 2,5 milioni di persone, delle quali circa mezzo milione proprio nella settimana dal 2 all’8 gennaio”.

Si conferma anche in Italia la tendenza al surriscaldamento dopo che il 2015 si era posizionato come l’anno più bollente della storia ma nella classifica degli anni piu’ caldi ci sono nell’ordine il 2014, il 2003, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000. Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro.

“Si moltiplicano – precisa la Coldiretti – gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola. Anomalie che si evidenziano con il freddo in questi giorni”.

Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria fino alla Sardegna sono almeno diecimila le aziende agricole in situazioni difficili a causa del maltempo sia nell’attività di allevamento che nella produzione di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole.

“La regione piu’ colpita – precisa la Coldiretti – è la Puglia dove una prima timida stima del danno accertato nelle campagne è superiore al momento ai 110 milioni di euro anche perché clementine e arance sono irrimediabilmente rovinate dal gelo, i tendoni di uva da tavola sono crollati sotto il peso della neve e il freddo ha fatto crollare del 30% la produzione di latte come è avvenuto peraltro in altre Regioni dove è presente l’allevamento”.


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