ASCOLI PICENO – Arrigo Sacchi. uno dei più grandi allenatori della storia del calcio italiano e mondiale (indimenticabile il suo Milan con Baresi, Van Basten, Gullit, Maldini e tanti altri e l’avventura con la Nazionale Italiana ai Mondiali in Usa nel 1994 terminata in malo modo in finale con il Brasile ai rigori) è intervenuto ad Ascoli durante il congresso “Dire Fare”. CLICCA QUI

Sul palco del Teatro Ventidio Basso, nella mattinata del 14 gennaio, ha raccontato alcuni aneddoti riguardo ad alcune trasferte in terra marchigiana quando vestiva la maglia del Bellaria da giocatore: “Venivamo a giocare ad Ancona, Senigallia, a Porto Sant’Elpidio e a Citanò (Civitanova). A Citanò perdemmo 3 a 0 ed eravamo rimasti chiusi nello spogliatoio per tre ore. Se vincevamo credo saremmo rimasti lì a vita” afferma scherzosamente Arrigo Sacchi.

Il celebre allenatore stima la mentalità marchigiana e l’ha ribadito all’incontro odierno ricordando le fatiche post sisma: “Ammiro le terre marchigiane, le conosco bene e ammiro la vostra personalità, laboriosità e tenacia. Le Marche non hanno perso una partita ma purtroppo hanno perso molto di più. Bisogna avere una grande forza che solo un gruppo può dare. Dovete essere uniti e credere in voi stessi. Dovete avere convinzione. Come funziona nel mondo del calcio, funziona nella vita di tutti i giorni”.

Inoltre ha ricordato i suoi trascorsi al Milan, difficili all’inizio perché un pò ‘incompreso’. “Carlo Ancelotti disse che io ero talmente convinto del mio lavoro che alla fine convinsi tutti: la convinzione è tutto. Si perde e si vince insieme, senza scuse. Il gruppo è importante” afferma Arrigo Sacchi.

Buone parole anche per il calciatore Angelo Colombo, considerato un gregario di quel Milan spettacolare e paragonato a grande esempio di sacrificio: “Era nelle posizioni corrette, non aveva piedi buoni ma lottava comunque, correva e collaborava con i compagni dando un contributo grandissimo. In quanti riescono solitamente a vedere questo in un giocatore? Questo paese ci ha abituato ad essere superficiali e a non vedere tutti gli aspetti“.

Altro aneddoto riguardo ai Mondiali in Usa nel 1994: “Perdevamo agli ottavi di finale contro la Nigeria e all’ultimo minuto Roberto Baggio segnò il pareggio e poi il goal decisivo ai supplementari. Tutti a fare i complimenti al fantasista. Ok, giusto, però nessuno aveva notato, nell’azione del pareggio, che c’erano stati sei passaggi importanti di altrettanti giocatori per arrivare alla conclusione. Molti non hanno una visione così larga e non notano il lavoro corale. Anche in altri ambiti è così“.

Arrigo Sacchi ha espresso il suo pensiero sul problema sisma: “C’è il terremoto, dobbiamo rifare. Sbagliato a mio avviso. Parti prima con la prevenzione. Costruire nel modo giusto rispettando le regole. Bisogna fare questo. Rimediare dopo è passivo. Bisogna attaccare prima l’eventuale problema. Una volta scrissi su un giornale che l’ultima volta che in Italia andammo in attacco fu con i Romani 2 mila anni fa”.

Pensieri anche sul grande attaccante Marco Van Basten: “Poco tempo fa sono stato a pranzo con lui. Ho conosciuto Cristiano Ronaldo ma io gli ho detto che avrei sempre preso lui che il portoghese perché l’olandese era più disposto a giocare con e per la squadra. Era un professionista esemplare. Il talento a volte ha delle controindicazioni: perché lo sfruttiamo invece di aiutarlo se non c’è un’organizzazione di gioco. Quando Van Basten mi diceva che lavorava troppo in allenamento e non si divertiva, io gli dicevo che doveva pensare che noi divertivamo gli spettatori che per due ore staccavano dai problemi della vita e gli rinfrancavamo, se riuscivamo a fare questo voleva dire che avevamo fatto qualcosa di davvero importante”.


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