ASCOLI PICENO – Venerdì 27 gennaio alle ore 10.30 nella Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani si è svolta “Memorie” dove dopo il saluto delle autorità, sono state consegnate da parte del Prefetto di Ascoli Rita Stentella delle Medaglie d’Onore ai familiari dei deceduti cittadini, militari e civili deportati ed internati nei Lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.

Tra questi il nonno del cuprense Davide Verdecchia, il veneto Bruno Micheluzzi.

Piceno Oggi ha raccolto la testimonianza del ragazzo che ha effettuato ricerche sulla tragica esperienza vissuta dal nonno (scomparso nel 1981) trovando delle lettere riguardo al suo periodo di prigionia nell’ex Prussia tra Lettonia e Russia.

“Era il padre di mia madre – racconta Davide Verdecchia – originario del Veneto. Raccontava che aveva combattuto, durante la Seconda Guerra Mondiale, in Grecia. Nel settembre 1943 fu fatto prigioniero a Spalato (ex Jugoslavia) e deportato nell’ex Prussia, in un posto che attualmente è tra Lettonia e Russia”.

Il nipote di Bruno Micheluzzi prosegue nel suo racconto: “E’ stato lì per diversi anni e poi è scappato grazie a un carro di fieno di una famiglia locale riuscendo poi a tornare in Veneto. Ha spedito lettere, che poi ho ritrovato, dal campo di prigionia per raccontare il suo dramma. Aveva visto talmente cose brutte che non riusciva più a raccontarle. Le lettere sono le uniche testimonianze di quel periodo”.

Davide Verdecchia ha ritirato la Medaglia d’Onore per conto di suo nonno: “Siamo orgogliosi dell’onorificenza. Finché non ho fatto delle ricerche nessuno in famiglia sapeva niente. Per me è stato un modo per ricordarlo ma anche per conoscerlo. Le mie ricerche continuano. La Giornata della Memoria è un evento molto sentito poiché fa pensare al male che in molti hanno vissuto direttamente sulla propria pelle. Bisogna onorare chi non c’è più e ha sofferto per noi”.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.