ASCOLI PICENO – Continua la stagnazione dell’economia e a soffrire di più è sempre l’artigianato e la piccola impresa. E’ questa l’analisi della Cna di Ascoli Piceno che, grazie al lavoro del Centro studi della Cna regionale, è già in grado di elaborare e valutare alcuni importanti indicatori provinciali relativi a tutto il 2016. Sono state 1.326 le attività produttive che hanno aperto i battenti nell’anno appena finito, mentre 1.353 hanno chiuso. Un segno negativo di lieve entità (meno 27 unità produttive) che purtroppo contrasta, almeno a livello di trend, con il 2015, quando il saldo fra le aperture e le cessazioni su positivo, anche se di misura (più 25 unità produttive).

E, secondo l’analisi della Cna di Ascoli Piceno, ancora più allarmante, in questo quadro comunque depresso, è il dato dell’artigianato. In questo comparto, infatti, le aperture di nuove imprese sono state 329, contro 498 cessazioni. Un calo, quindi, di ben 169 unità produttive che suona come ulteriore campanello d’allarme per tutta la nostra provincia. A fine 2015 le imprese del settore artigiano erano 6.078, a fine 2016 sono scese a 5.909. In un anno, con un passivo fatto di 169 unità, il Piceno ha di fatto lasciato sul campo quasi il 3 per cento del suo potenziale produttivo artigiano.

Entrando più nel dettaglio dei dati elaborati dalla Cna Picena si evidenzia l’ulteriore emorragia del settore costruzioni con 190 aziende chiuse a fronte di sole 87 aperture. In calo anche l’attività manifatturiera (113 chiusure e 71 aperture) e il trasporto (28 chiusure e appena solo 8 aperture). Nel complesso, il settore che continua ad essere maggiore affanno (al primo posto per saldo negativo, seguito appunto dall’edilizia), quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio: 332 chiusure, 212 aperture, con un saldo negativo di 120 unità produttive in tutta la provincia.

“Stagnazione e calo persistente delle imprese – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – con punte di grave preoccupazione soprattutto nel comparto delle costruzioni e ancora di più in quello dell’autotrasporto che da anni sta pagando uno dei tributi più alti alla crisi in atto. Come Cna, soprattutto per il comparto manifatturiero, siamo da sempre impegnati sul fronte dell’innovazione tecnologica che sempre più si dimostra imprescindibile per la sopravvivenza e la crescita di queste imprese. Per il sistema-Piceno nel complesso altro punto sul quale riteniamo fondamentale lavorare, e noi lo stiamo facendo, è quello del turismo e dei servizi ad esso collegato. Ma perché questo percorso diventi virtuoso e utile è sempre più necessaria una cabina di regia che non consideri la nostra provincia come tante piccole realtà scollegate ma come un unico territorio da promuovere nel resto d’Italia e soprattutto all’estero”.


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