ASCOLI PICENO – Il Comitato spontaneo, costituitosi ad Ascoli, dopo il sisma violento che ha colpito il territorio il 24 agosto, si è riunito nella mattinata dell’8 febbraio e in una pubblica conferenza ha ribadito la propria posizione e trattato gli ultimi fatti e parlato anche del blitz delle Iene in città che hanno intervistato il sindaco Guido Castelli, chiedendo perché si fossero investiti fondi per la messa in agibilità dello stadio “Del Duca” e non delle scuole. 

“Ascoli non ha verificato le vulnerabilità sismiche –  dicono dal Comitato – vogliamo sapere l’indice di vulnerabilità di tutte le nostre scuole. Ribadiamo che  non vogliamo affiliazioni politiche e non vogliamo essere identificati con nessun partito e colore politico”.

Iride Luzi, esponente del Comitato, ci ha rilasciato un’intervista ribadendo il concetto fondamentale, la prevenzione nelle scuole: “Quella delle Iene era una provocazione, i soldi per lo stadio erano fondi in conto capitale stanziati nel maggio 2016. Dopo il terremoto, ad ottobre è stato acceso un mutuo per 750 mila per la messa in sicurezza dello stadio e li invece poteva essere presa un’altra decisione ma noi  amiamo l’Ascoli,  portiamo i nostri figli allo stadio non vogliamo raccogliere questa provocazione. Qui non ha ragione nessuno l’importante è la sicurezza per i nostri figli, chiediamo prevenzione. Sui social si sono scatenati contro di noi ma noi siamo tifosi e non mettiamo a paragone le cose – afferma Iride Luzi –  Nel 2016 sono stati  stanziati questi soldi ma la vulnerabilità sismica bisognava farla dal 2003, prevista da  un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri.  L’Ente proprietario delle strutture è anche la Provincia. Il nostro comitato spontaneo è nato dopo la scossa fortissima del 24 agosto, ci siano messi in contatto con il Comitato centro italia, e siamo insieme a  Molise, Abruzzo, Marche e Lazio. Ci hanno contattato perché siamo tanti gli altri hanno gli indici di vulnerabilità. Non ci siano sottratti alle Iene ma per noi significa aver perso – conclude Iride Luzi – Abbiamo scritto una lettera al Garante per l’infanzia siamo arrivati in Europarlamento. Nella zona dell’Appennino  centrale ai bambini vengono negati diritto allo studio e alla salute, spero ci ascoltino. Dietro di noi non c è voglia di rivalsa, e nemmeno è una questione politica vogliamo ripartire da zero con la prevenzione”.

Altra questione che il Comitato espone: “Il sindaco continua a chiedere al premier Gentiloni di chiudere le scuole ma noi pensiamo invece che con i 16 milioni di euro in arrivo per la riqualificazione urbana  si potrebbero rimettere a posto. Non pensiamo che il Presidente del Consiglio si opporrà a questo”.

 


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