MONTEMONACO – La questione della “Casa Gioiosa“, struttura di proprietà della Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto che dallo scorso 24 agosto ospita diverse famiglie terremotate di Montemonaco, ha visto negli ultimi giorni l’esposizione di versioni contrapposte che hanno portato la Curia ad emettere un comunicato (clicca qui).

A seguito della nota della Curia la consigliera comunale di opposizione, Lorena Bei, ha scritto una nota che ci ha poi inviato attraverso Facebook, riguardante un incontro avvenuto lo scorso 30 gennaio. Lei stessa, giustamente, ha dichiarato di non essere al corrente di ulteriori aggiornamenti intercorsi, eventualmente, dopo tale data.

Abbiamo così voluto ascoltare direttamente la voce del vescovo Carlo Bresciani, che abbiamo incontrato nella serata dell’8 febbraio a San Benedetto, prima di un incontro coi fedeli al Teatro di San Filippo Neri. Il vescovo ha dichiarato: “Non c’è molto altro da aggiungere rispetto al comunicato stampa. Semplicemente abbiamo voluto chiedere alle istituzioni preposte alla gestione del post-terremoto, ovvero al vicecommissario Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche, e al presidente dell’Anci Marche Maurizio Mangialardi, in che modo dovessimo comportarci e a chi rivolgerci. Da parte nostra ci sarà massima apertura qwecdxe soprattutto rispetteremo le consegne della Regione Marche e della Protezione Civile, che stanno gestendo le conseguenze del terremoto”.

La consigliera Lorena Bei ha scritto che “lo scorso 30 gennaio siamo stati convocati in una riunione dall’Amministrazione Comunale, in quella occasione il sindaco ci ha comunicato che la chiusura era stata programmata per l’11 febbraio e che la Curia aveva richiestoo la somma di 10 euro pro-capite per ogni persona alloggiata” per un importo, secondo quanto scrive la Bei “di 41 mila euro al contrario dei 7 mila accordati inizialmente, come riferito dal sindaco”.


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