ANCONA – E’ ancora pesante l’effetto della crisi economica sull’artigianato marchigiano, che però ha la forza di continuare a creare occupazione in un panorama segnato da pochi investimenti, credito in calo, produzione e fatturato stazionari.

Il quadro è stato tracciato dall’Osservatorio Ebam, Ente bilaterale artigianato Marche, sui dati del secondo semestre 2016 e sulle previsioni per il 2017, con interviste ad un campione di 600 imprese.

La crisi si è mangiata un’impresa ogni dieci, dal 2008 hanno chiuso 6.261 imprese, 1.091 nel 2016, ma ciononostante le Marche continuano ad essere la regione più artigiana d’Italia, con 46.283 aziende.

E’ artigiano il 32,5% delle imprese, rispetto ad una media nazionale del 25,4%, con un settore che continua a produrre ricchezza, con un peso del 18,3% del valore aggiunto regionale.

Forte tuttavia la preoccupazione per le 2.700 aziende che si trovano in 47 comuni del cratere del terremoto, e per i loro oltre 11 mila dipendenti.


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