ROMA – Si è concluso il 10 marzo il seminario di due giornate 2nd Scientific Seminar of the Disaster Risk Management Knowledge Centre – Science for Policy and Operations organizzato dal JRC della Commissione europea ed ospitato dal Dipartimento della Protezione Civile.

L’evento ha riunito esperti del mondo Accademico e studiosi provenienti da Paesi Membri del Meccanismo Unionale di Protezione Civile impegnati nel campo della gestione delle catastrofi, e si è rivolto a un pubblico di scienziati, professionisti e responsabili a livello nazionale, regionale e internazionale, e del settore privato.

Un’occasione importante per la comunità internazionale che ha anche consentito, tra l’altro, la stipula di un accordo di collaborazione tra il Dipartimento della Protezione Civile e il Joint Research Centre – JRC, il centro di competenza scientifica della Commissione Europea, e che s’inserisce nell’ambito di una recente iniziativa, il Disaster Risk Management Knowledge Centre (DRMKC) del JRC, la piattaforma dedicata ai Paesi della Unione Europea per la condivisione della consulenza tecnico-scientifica sulla valutazione del rischio, il miglioramento dell’interfaccia tra le conoscenze scientifiche e le decisioni politiche, e l’integrazione del Meccanismo Europeo della Protezione Civile nato nel 2001, e ancora più efficace ed efficiente dal 2014.

Il DRMKC del JRC sostiene, fornendo un supporto tecnico scientifico, la Commissione europea e gli Stati membri dell’UE nella risposta e nella prevenzione delle calamità, e promuove lo sviluppo della ricerca in tutte quelle tematiche funzionali al lavoro svolto da professionisti e responsabili impegnati in operazioni di protezione civile, e nella gestione del rischio di catastrofi.

Per l’occasione, la comunità scientifica ha privilegiato un approccio interdisciplinare per un confronto sui temi della previsione, dell’allertamento e della valutazione del rischio di disastri naturali o causati dall’uomo, sia nel campo della protezione civile, sia degli aiuti umanitari.

In particolare, la prima giornata è stata dedicata allo stato attuale dei lavori, ai progressi della piattaforma, al coinvolgimento dei partecipanti in sessioni di lavoro interattive e, gruppi di approfondimento e scambio di pareri.

E’ stata sottolineata l’importanza del ruolo svolto dalla diffusione rapida, sicura e completa delle informazioni, come nel caso delle 3 ore immediatamente successive al verificarsi di un evento catastrofico, spesso caratterizzate da un’insufficienza delle informazioni. E in tal senso, è stato quindi inaugurato il Forum “Community of Users on Secure, Safe and Resilient Societies”, l’iniziativa lanciata dalla Commissione Europea per un vero e proprio flusso di notizie tra i diversi settori della sicurezza, e della gestione delle aree di crisi.

Una valida comunicazione è quindi legata alla piena comprensione del rischio di una possibile catastrofe, il presupposto indispensabile per gestirlo: uno dei capisaldi del quadro di Sendai 2015 – 2030, la strategia delle Nazioni Unite in tema di riduzione del rischio da catastrofi volta a promuovere, principalmente, una più sistematica interfaccia tra scienza e responsabili politici, per una crescita sostenibile e inclusiva dei contributi alla gestione del rischio.

Un contesto in cui anche la tecnologia rappresenta uno strumento indispensabile e di crescente importanza per la valutazione multirischio in tempo reale, come nel caso del progetto promosso e cofinanziato dalla Commissione Europea, Rapid Analysis and Spatialisation and Of Risk – RASOR, che renderà possibile la sovrapposizione di dati satellitari ottici e radar in tempo reale, ad altissima risoluzione, in combinazione con i dati in – situ di registrazione e monitoraggio dei fenomeni.

La seconda giornata, invece, è stata inaugurata con lo studio delle attività messe in campo dal Sistema Nazionale di Protezione Civile per l’emergenza sismica che dal 24 Agosto 2016 ha interessato il Centro Italia, con un particolare focus sul ruolo del Dipartimento Nazionale che la gestisce.

Dall’attivazione del Comitato Operativo che riunisce i rappresentanti delle Componenti e delle Strutture operative, assicurando la direzione unitaria e il coordinamento dell’emergenza, all’instaurarsi della Direzione di Comando e Controllo – Di.Coma.C, vengono messi in evidenza i rapporti con le componenti locali e, il ruolo chiave svolto dalle Amministrazioni comunali più vicine al territorio.

Dall’analisi delle caratteristiche scientifiche della sequenza sismica degli ultimi mesi in Centro Italia, alle numerose attività tecniche messe in campo dal Dipartimento in caso di ricerca, assistenza e soccorso della popolazione colpita.

Per l’emergenza sismica del Centro Italia il Dipartimento si è avvalso anche dell’attivazione del servizio Copernicus EMS per facilitare le strategie di intervento, grazie all’uso delle mappe satellitari di valutazione dei danni nelle zone colpite.

Uno scenario che chiama in causa il contributo della Comunità scientifica e, in particolare, in questo caso in qualità di centri di competenza della protezione civile, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV, dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale – ISPRA, del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR, della Rete laboratori universitari – ReLUIS, e della Fondazione European Centre for training and research in earthquake engeneering – Eucentre.

Oltre al contributo scientifico per la mitigazione del rischio sismico, i Centri di Competenza lavorano per rafforzare la consapevolezza e il concetto di resilienza delle comunità anche rispetto al verificarsi di eventi sismici.

E proprio il concetto di resilienza è stato riconosciuto quale strumento fondamentale nella fase di ricostruzione.

Sempre con riferimento alla vulnerabilità delle società e all’applicazione del concetto di resilienza, nel caso dell’adattamento ai cambiamenti climatici, la nuova sfida per tutta la comunità internazionale, è stata messa in evidenza l’importanza del dialogo continuo tra politici e professionisti del settore, con quelli che operano nell’ambito della riduzione del rischio di disastri.

Nel corso delle due giornate è stato così possibile fare un punto di situazione dei lavori finora svolti e degli impegni futuri, è stato ulteriormente marcata la linea di confine tra la “gestione dei disastri” e la “gestione dei rischi”, attraverso la promozione di un nuovo alleato: il Disaster Risk Management Knowledge Centre, un vero e proprio centro virtuale nato per fronteggiare le calamità naturali o causate dall’uomo, e le relative ricadute sull’ambiente e sul contesto socio – economico d’intere comunità.


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