ASCOLI PICENO – “Guardi, uno che ha fatto Ascoli-Sambenedettese credo che, sul piano dell’intensità emozionale, abbia provato tutto”, disse Sor Carletto a proposito di Roma -Lazio. Non aveva tutti i torti, lui che arrivò ad Ascoli nella  Del Duca Ascoli da giocatore nel 1960 giocò con i bianconeri per 9 stagioni, collezionando 221 presenze, quasi tutte da capitano, fino alla famosa  stagione 1968-1969,  che fu anche la sua prima da allenatore, sempre dei bianconeri. Mazzone è un’allenatore tenace, duro, chiaro, uno che non le manda a dire, tutti ricordano la sua corsa sotto la curva bergamasca al termine di Atalanta-Brescia. Nelle sue frasi più famose si carpisce il suo carattere, come quando lo definirono il Trapattoni dei poveri e lui in maniera molto schietta disse: “Trapattoni è un Mazzone dei ricchi.” Carletto è sempre rimasto legato ad Ascoli, dove vive con la sua famiglia sempre un pò schivo perchè forse rappresenta quel calcio che non c’è più. Lui stesso si definì cosi: “Sono sempre stato un cane sciolto. Avanti tutta, come un navigatore solitario. Mai avuto padrini, né sponsor. Mai fatto parte di lobby di potenti dirigenti, mai goduto del favore di giornalisti condiscendenti o di raccomandazioni. Se ho ottenuto qualcosa lo devo a me stesso, alla mia determinazione e alla passione che ho messo nella mia carriera. E sono orgoglioso di essere un grande professionista, magari non un grande allenatore, ma certamente un professionista e un uomo perbene.”

Ascoli nel cuore. Nel 1968  il presidente Costantino Rozzi, in attesa di trovare un nuovo allenatore, gli affidò in maniera temporanea per due volte la squadra. L’esordio il 24 novembre 1968 , poi la stagione successiva dalla penultima giornata di andata, sostituì fino al termine della stagione l’allenatore Eliani; sfiorando la promozione in B. Rimase ad Ascoli fino al 1975, due promozioni in 3 anni dalla C alla serie A. Nel campionato 1974-1975 conquistò la prima salvezza. Poi continuò la sua carriera a Firenze e Catanzaro per poi tornare ad Ascoli nel 1980 guidando i bianconeri per altre 5 stagioni, con un clamoroso sesto posto nella stagione ’81-’82. Poi dopo aver guidato diverse squadre di provincia e un campionato straordinario col Cagliari arriva la chiamata della Roma nel 1993, dove lancia un giovanissimo Francesco Totti.

Baggio e Totti: Gli auguri arrivano anche da due fantasisti che hanno fatto la storia del calcio italiano, Roby Baggio che rilanciato a Brescia ha vissuto 3 anni indimenticabili con Carletto, gli dedica una lettera tramite il Corriere della Sera:  “Caro mister,  volevo dirti quale enorme privilegio sia stato vivere insieme a te, a Brescia, tre anni della mia carriera. Ti sarò sempre grato e riconoscente, rimpiango solo di averti incontrato troppo tardi. Il legame tra di noi, però, è stato subito speciale. Ho apprezzato il Mazzone professionista e ho amato l’uomo Carlo; sei dotato di una sensibilità senza pari, da fuoriclasse. Vedo con piacere che l’Italia intera ti sta celebrando, ti meriti questo affetto perché sei un mito vero e autentico. Io ti lascio ai festeggiamenti in famiglia, so che stai bene e verrò presto a trovarti e abbracciarti. Tanti auguri Carletto, sei grande”. Il capitano della Roma, Totti,  invece utilizza Facebook: “Mister, ci siamo conosciuti che avevo 16 anni, ero un ragazzino! Mi hai fatto crescere come uomo e come calciatore. Mi hai difeso, mi hai spronato e mi hai fatto tenere la testa sulle spalle ad un’età difficile. Chissà come sarebbero andate la mia carriera e la mia vita se non ci fossi stato tu… Ma ci sei stato e io mi sento fortunato, onorato ed orgoglioso di aver conosciuto una persona splendida come te che non smetterò mai di ringraziare! Ci vorrebbero tanti Carletto Mazzone anche nel calcio di oggi! Auguri per i tuoi ‘primi’ 80 anni!”.

Gli auguri a Carletto arrivano da tutta Italia e lui risponde cosi: “Vorrei ringraziare tutti coloro che mi stanno già facendo gli auguri, ma non potendolo fare di persona, mi affido all’Ansa. Ho ricevuto molti inviti: ringrazio tutti per l’attenzione ma, come ho sempre fatto, preferisco trascorrere la festa di compleanno lontano dai riflettori, in forma privata, con la mia famiglia. In questi giorni sto ricevendo tantissimi messaggi e telefonate da parte di amici, addetti ai lavori, da numerosi miei ex calciatori, ma anche sostenitori delle squadre che ho allenato e la cosa mi ha fatto tanto piacere. Significa che ho lasciato ovunque un buon ricordo e che non mi hanno dimenticato anche se mi sono ritirato da oltre dieci anni”. Non frequenta più gli stadi da anni:”Non ci sono andato più, ma seguo il calcio attraverso giornali e tv; faccio il tifo per tutte le mie ex squadre alle quali sono rimasto affezionato”. A parte quando  ieri, accolto da una standing ovation di tutto il “Del Duca”, prima di Ascoli-Cittadella, con indosso la sciarpa bianconera saluta Ascoli e i tifosi, lasciando un pizzico di nostalgia e una grande emozione.

 

 


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