ASCOLI PICENO – C’è solo lui, agli altri le briciole. Matteo Renzi viene nuovamente incoronato segretario del Partito Democratico e nel Piceno ottiene un risultato superiore alla media nazionale. I due sfidanti assumono così il ruolo di meri sparring partner: in Italia l’ex Presidente del Consiglio ottiene il 74% dei voti sulla base dello spoglio ancora non concluso, Orlando si ferma al 20,8% mentre Emiliano resta bloccato ad un misero 5,2%.
Nel Piceno invece le cose vanno ancora meglio per Renzi: 76,4% dei voti con Orlando sotto il 20% (17,4%) ed Emiliano al 6,1%. Un dato inequivocabile grazie ai 6.464 votanti, cosa che fa esprimere al segretario provinciale Antimo Di Francesco la propria soddisfazione: “Tutto è andato molto bene, l’affluenza è andata oltre le aspettative”. Renzi ha ottenuto 4.909 voti, Orlando 1.121, Emiliano 396.
Il Comune dove Renzi ha ottenuto il risultato più favorevole è stato Roccafluvione (95%), ma si segnalano anche l’87,7% di Monteprandone e l’82% di Offida. Qui pesano le scelte dei sindaci, Stracci e Offida. Ad Offida in particolare non sembra aver sortito effetti l’influenza del deputato Luciano Agostini, favorevole ad Orlando; mentre a Castoran0 Renzi pareggia con Emiliano (47,95% ciascuno).
A San Benedetto non si è ripetuto l’exploit di Orlando di inizio aprile: Renzi ha ottenuto il 76,5% delle preferenze. Qui l’influenza di Pietro Colonnella si è fermata nella natia Acquaviva, dove Orlando ha sfiorato il 40%. Nella norma anche Ascoli (Renzi 74%).
Risultati definitivi: Risultati definitivi Ascoli Piceno.pdf
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Una barzelletta:la vittoria di un rifiutato da 20 milioni d’italiani.. Non aveva detto che avrebbe lasciato la politica? e Che cosa ha vinto dopo questo falsa ed inutile buffonata, contro un ectoplasma ed il suo peggior nemico. Il nulla che crea il nulla per sconfiggerlo ma sempre nulla resta. Gli italiani quelli veri lo aspettano al varco per farlo de collare come alitalia…..
6464 votanti del PD, sarebbero una valanga ??? Ma per favore…
Sono d’accordo con lei
Il tempo ritrovato.
Così riprenderà l’opera interrotta: il recupero antiquario del blairismo, che a sua volta riproponeva l’avvincente storia di un arciere di Nottingham all’incontrario, nella versione Ruba Hood (prendere ai poveri per dare ai ricchi); il remake thatcheriano del massacro dei lavoratori sindacalizzati, che se la “Lady di Ferro” perpetrava nella battaglia di Orgreave (1982) facendo intervenire le forze dell’ordine in assetto anti-guerriglia contro i minatori, il suo determinato epigono made in Tuscany realizzava spargendo voucher tossici; lo spazzamento via delle tesi di Montesquieu, noto sovversivo radicale, eliminando ogni forma di contrappeso al potere assoluto e incontrollato dell’Esecutivo (paradigma declinato con pari intensità anche in ogni agenzia sociale e corpo intermedio, dalla scuola ai porti, alle rappresentanze territoriali); la rivisitazione nostalgica della sempre cara Prima Repubblica nella sua impareggiabile stagione delle “Mani Pulite”, con il Pio Albergo Trivulzio ricreato in un florilegio di nuove sedi; dal Campidoglio di Mafia Capitale alla Consip, cara tanto agli affaristi napoletani come agli spicciafaccende della provincia fiorentina.
Ora tornerà a riunirsi la Compagnia degli amici del capo (non nella foresta di Sherwood ma sotto il Giglio Magico) per continuare la loro battaglia. Non contro il bieco sceriffo di Giovanni Senzaterra bensì contro un altro usurpatore: lo psico-mago Beppe Grillo; il cui mantra “fidatevi di me” ha trovato un rimbalzo, da Sant’Ilario fino a Catania, nell’altrettanto illusionistico “fidatevi di me” di Carmelo Zuccaro.
Tutto ora sarà come allora. Sempre che alla fine della gloriosa giornata non avvenga l’irreparabile: lo schianto della poltrona del potere sotto il peso dell’ormai macrochiappico Matteo.
Pierfranco Pellizzetti – Da Micromega
(30 aprile 2017)
DOVE RENZI FA IL PIENO,significa che l’informazione vera ne arriva molta poca e che ci sia molta attività per travisare anche quella poca che arriva.