ASCOLI PICENO – Dura nota da parte di Marche Rifiuti Zero, i Comitati Tutela colline picene, Tutela del Bretta e CiRifiutiAmo, in base all’assemblea Ata del 7 giugno.

“Abbiamo assistito impotenti allo svolgimento di un’Assemblea confusa e pasticciata, che rischia di rendere vani tutti gli sforzi fatti finora dalle associazioni e da tutti voi per procedere alla approvazione di un documento sul piano d’ambito basato sui principi europei e sugli obiettivi di riduzione, prevenzione e tutela della salute e dell’ambiente – si legge in una nota congiunta – Chiediamo al Presidente dell’Ata, nel suo ruolo super partes di garante del procedimento, di fare chiarezza su quanto avvenuto: a larga maggioranza è stato votato un emendamento per stabilire, a nostro avviso correttamente, il principio della gestione pubblica del servizio integrato dei rifiuti e successivamente la proposta emendativa, già votata e quindi accolta, è stata dichiarata irricevibile, dopo essere stata ammessa alla votazione – si legge nel comunicato – Vanno accertate le responsabilità amministrative e politiche di questo modo di procedere, che mette in discussione il corretto svolgimento di una assemblea democratica e in ogni caso valuteremo eventuali azioni di tutela successivamente alla lettura del verbale, per il quale chiediamo formalmente accesso”.

Inoltre viene aggiunto dalle parti interessate: “Quanto poi al merito della discussione svolta, già in occasione dell’Ata del 28 aprile, e nel documento inviato successivamente, abbiamo avuto modo di sottolineare con forza la necessità di ampliare i contenuti del futuro piano d’ambito concentrando l’attenzione sulla riduzione del residuo non riciclabile, attraverso investimenti in tecnologie innovative, l’attuazione del principio di responsabilità estesa del produttore e percorsi di formazione e informazione verso i cittadini”.

Nel comunicato è affermato: “Nelle nostre osservazioni abbiamo anche sottolineato come il documento preliminare ci è apparso lacunoso su questi aspetti, mentre esso si dilunga molto sulle dotazioni impiantistiche, citando tra l’altro due discariche con progetti autorizzativi in corso (Relluce e Geta), senza peraltro esplicitare le risultanze delle ricognizione sul sito più idoneo a ospitare la discarica di servizio ovvero proporre altre alternative – si legge nella nota – Al riguardo, oltre a ricordare che la discarica di Relluce deve completare il processo di messa in sicurezza delle vasche esaurite prima di ogni eventuale rivalutazione o autorizzazione, va segnalato che la discarica Geta è una discarica per rifiuti speciali, che ha chiesto l’autorizzazione alla costruzione di una nuova vasca per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Non si capisce quindi la ratio dell’introduzione di tale sito in questa fase della discussione, quando ancora non è chiaro il percorso di gestione dei rifiuti che sta a monte della discarica. Com’è a tutti noto, le discariche per rifiuti speciali non possono ospitare rifiuti urbani se non in specifiche condizioni e quantità”.

Nella nota viene dichiarato: “In tal senso, conformemente al principio europeo chi inquina paga, abbiamo anche evidenziato come non possa essere condivisibile la proposta di investire nel (costoso) revamping di impianti che saranno poi sovradimensionati rispetto alle esigenze dell’Ato 5, aprendo la strada al trattamento di rifiuti di altri ambiti”.

“Vogliamo ancora una volta ribadire la necessità di una gestione pubblica, eventualmente con socio privato, del servizio di gestione, per restituire al cittadino ciò che egli paga con la tariffa, per mantenere un effettiva capacità di scelta e di controllo del decisore pubblico, democraticamente eletto e, non ultimo, per coltivare nel nostro territorio una cultura della legalità, del rispetto dell’ambiente e della cosa pubblica – si conclude la nota di Marche Rifiuti Zero, i Comitati tutela colline picene, Tutela del Bretta e CiRifiutiAmo – Tutto ciò è stato completamente ignorato: ci vediamo quindi costretti a sollecitare con forza l’Ata e i Sindaci ad esercitare le loro responsabilità pubbliche. Le decisioni che si prenderanno ora andranno ad incidere sulla vita dei cittadini e dell’intera comunità per i prossimi quindici o venti anni e abbiamo bisogno di scelte chiare, trasparenti e coerenti con le normativa regionale”.


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