ASCOLI PICENO – Continua il lavoro della Regione Marche per la delocalizzazione delle attività produttive, economiche e commerciali.

Nella giornata del 23 giugno è stato chiuso il programmazione delle attività produttive di Camerino. Complessivamente i Comuni che hanno chiesto di delocalizzare sono 39, per sei di essi che hanno rinunciato sono state trovate soluzioni alternative (affitti e delocalizzazione in altri Comuni), per i restanti 33 Comuni che hanno chiesto di delocalizzare la loro attività il quadro è il seguente: 13 hanno concluso definitivamente il procedimento con la consegna dei moduli (Corridonia, Gualdo, Bolognola, Montemonaco, Castel di Lama, Montefortino, Pioraco, Smerillo, Tolentino, Valfornace.

In modo parziale per Fiastra, Montecavallo, Amandola e San Ginesio). 16 comuni hanno avviato le procedure per la predisposizione dei moduli consistenti in progettazione, fattibilità geologica e appalto. I Comuni e i relativi importi concessi dalla Regione quale base di gara che stanno predisponendo sono: Amandola (199.500 euro), Arquata del Tronto (668.520 euro), Caldarola (313.250 euro), Camerino (3.200.000 euro), Cessapalombo (127.140 euro), Montecavallo (84.000 euro), Muccia (472.560 euro), Pievetorina (466.520 euro), San Ginesio (119.000 euro), Appignano del Tronto (10.500 euro), Castelsantangelo sul Nera (241.500 euro), Ussita (191.000 euro), San Severino Marche (63.000 euro), Penna San Giovanni (42.000 euro) e Sant’Angelo in Pontano (105.000 euro) per un totale di 6.403.490 euro. In totale le attività economiche da delocalizzare sono 268, divise tra Macerata 236, Fermo 6 e Ascoli Piceno 26.

Ad oggi sia con fondi pubblici che donazioni sono state delocalizzate 56 attività produttive. I fondi a disposizione della Regione per la delocalizzazione ammontano a 10 milioni e mezzo di euro più iva. Di questi sono stati già spesi 1 milione e 200 mila. I restanti Comuni autorizzati hanno avviato le procedure amministrative per delocalizzare le loro attività. In particolare, a Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Pievetorina, Muccia e Caldarola sono già avviate le procedure per terminare entro l’autunno. Nei prossimi giorni verranno inaugurate altre attività a Valfornace e Pioraco, in quest’ultimo l’elemento decisivo è stata la donazione di un’associazione che ha determinato una proficua collaborazione in joint venture tra pubblico e privato.

Lo scorso fine settimana sono state inaugurate altre due attività commerciali danneggiate dalla prima scossa di terremoto del 24 agosto 2016, il bar Paradiso di Montefortino e il bar gelateria nel giardino di villa Fermani a Corridonia. I lavori per l’istallazione dei moduli temporanei e i relativi costi per le opere di urbanizzazione ammontano a 147.500 euro a Montefortino e 52.500 euro a Corridonia.

Il clima festoso e la grande affluenza da parte della cittadinanza alle riaperture commerciali testimoniano un ritorno alla normalità grazie all’intervento della Regione che si è attivata in base all’ordinanza 408/2016 che prevede la delocalizzazione delle attività produttive ed economiche danneggiate dal sisma.


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