ASCOLI PICENO – Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale interessando praticamente tutte le regioni anche se con diversa intensità. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti dal quale emerge che la situazione si sta aggravando con effetti catastrofici per la produzione con perdite ben superiori al miliardo stimato, se non pioverà nell’arco delle prossime due settimane in modo costante e non violento.

“Nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo e la crisi idrica per gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – è sempre piu’ difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e gli uliveti ed il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici dal grana padano al parmigiano reggiano fino alla mozzarella di bufala”.

“In Piemonte a Cuneo a causa della siccità e dell’eccesso di caldo per grano ed orzo – spiega Coldiretti –  si riscontrano perdite del 25- 30% con perdite anche del 40% sulle colture foraggere, mentre in Lombardia il mais è in sofferenza, i grandi laghi sono in calo, il lago Maggiore è sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli dell’anno scorso mentre al lago di Como mancano 35 centimetri. In Emilia colpite tutte le colture dal pomodoro ai cereali ma anche gli ortaggi mentre in Veneto si parla di poche settimane di autonomia, soffrono barbabietole e mais e la vendemmia – precisa la Coldiretti – si prevede anticipata di almeno una settimana. In Sardegna – sottolinea la Coldiretti – l’assenza di piogge sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40% e gli agricoltori della Coldiretti sono scesi in strada con i trattori mentre in Liguria si teme per gli ulivi e in Toscana la produzione di cereali e crollata del 40%, con punte del 70% nel caso del mais e quelle di foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta sono diminuite fino al 50%. Ma la situazione è drammatica lungo tutta la Penisola. I girasoli e il granoturco stanno seccando in Umbria, ma in difficoltà sono anche ampie aree del Lazio dove a produzione di frumento – precisa Coldiretti – risulta stentata, con pesante contrazione dei raccolti e perdita di qualità e senza interventi immediati si rischia di perdere del tutto ortaggi, frutta, cereali, pomodori. L’assenza di piogge sta condizionando tutta la produzione agricola regionale, con perdite finora stimate fino al 40%. In Campania nel Cilento, nell’Alento e nella piana del Sele – denuncia la Coldiretti – ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta, mentre in Puglia in difficoltà gli agrumeti a Taranto, i vigneti di uva da tavola e da vino in tutte le province, il pomodoro a Foggia e se continua così troverà conferma il calo del 30% o più della produzione di olive per carenza di acqua. La siccità in Sicilia non e uno spettro, ma una realtà concreta con gli invasi a secco e la necessità -sottolinea la Coldiretti – di anticipare l’inizio della stagione irrigua negli agrumeti. Nelle Marche terremotate – continua la Coldiretti – si registra una produzione di fieno insufficiente con pascoli e prati asciutti ma la siccità si fa sentire anche in Friuli dove la regione a decretato lo stato di sofferenza idrica per garantire l’acqua alla media Pianura friulana per circa 26.000 ettari di coltivazioni mentre in Piemonte è stato dichiarato lo stato massima pericolosità incendi”.

“Ad essere in difficoltà è gran parte dell’Europa – continua la Coldiretti – che deve fare anche i conti con precipitazioni inferiori alla media. Gli effetti si fanno sentire con un diffuso allarme incendi e sui raccolti nell’Unione Europea con la Commissione Ue che – riferisce la Coldiretti -ha dovuto rivedere al ribasso le stime per i cereali ma sono preoccupati anche i produttori europei di vegetali in scatola e surgelati perché la mancanza di acqua e le alte temperature durante l’inverno e la primavera hanno colpito le colture in molte parti dell’Europa come Belgio, Francia e Italia”:

“Gli agricoltori italiani sono già impegnati a fare la propria parte – sottolinea Coldiretti – per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma – continua Coldiretti – non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare. Di fronte alla tropicalizzazione del clima – sostiene Coldiretti – se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua”.


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