ARQUATA DEL TRONTO – “Riapriremo entro la fine del mese di agosto. Siamo ben consapevoli delle tante difficoltà, alle quali andremo incontro in questi primi anni, tuttavia crediamo che abbiamo il dovere di contribuire alla rinascita di Arquata. Lo dobbiamo a tutti coloro che hanno creduto in noi, a quei clienti che non ci sono più. Il cambiamento, le difficoltà, le paure ci sono per essere superate, devono darci la spinta per migliorare e trovare soluzioni. Non abbiamo la bacchetta magica e neanche la certezza di farcela, ma dobbiamo provare”.

Queste le parole di Italia e Giusy Pala, titolari del centro estetico Kosmos di Trisungo.

Le due titolari sono donne tenaci, desiderose di tornare a lavorare e a garantire i servizi estetici alle clienti. Il centro estetico era un punto di riferimento per Arquata, ma anche per i comuni limitrofi, Amatrice e Accumoli, anch’essi colpiti dal terremoto. L’esperienza e le competenze acquisite e migliorate nel corso degli anni avevano garantito una clientela numerosa e affezionata a Italia e Giusy, che adesso sentono di dover restituire, dimostrando coraggio e determinazione.

Italia e Giusy vogliono tornare alla normalità delle loro vite e per farlo hanno cercato di non abbandonare il senso d’appartenenza per Arquata.

Hanno incontrato diverse difficoltà burocratiche che hanno impedito alle due donne di procedere prima con i lavori di ripristino: “La nostra speranza – spiega Italia Pala – era riaprire molto prima l’attività. Non siamo state facilitate. La burocrazia, l’attesa, i cavilli tecnici ci hanno esasperato. Ma come si dice, chi la dura la vince”.

Che significa per voi tornare a vivere e lavorare ad Arquata?

Questi lunghi mesi senza la nostra casa e il lavoro ci hanno fatto capire il legame profondo che nutriamo per Arquata e per le nostre magnifiche montagne. Abbiamo sentito la forte vicinanza di chi ci ha sostenuto finora, con affetto e sincerità. Abbiamo avuto occasioni per poter ricominciare a vivere e lavorare in altri posti, ma entrambe non riusciamo a pensare di poter abbandonare Arquata, dopo tutto ciò che ci ha dato in questi anni”.


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