ASCOLI PICENO – “Redigere una nuova carta di pericolosità sismica: con riferimento alle faglie attive, le loro caratteristiche in termini di magnitudo massima attesa e ciclo deformativo e quindi tempi di ritorno dei terremoti”.

E’ la proposta emersa dal convegno che a Camerino riunisce il mondo della geologia: accanto al prof. Emanuele Tondi, geologo di Unicam, a dare il benvenuto agli oltre 100 scienziati provenienti da tutto il mondo (Nuova Zelanda, Giappone, Cina, America, Regno Unito, Germania) il prof. Graziano Leoni, prorettore vicario designato e il prof. Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

“Con l’impostazione di tipo probabilistico – spiega Tondi, coordinatore del team che ha organizzato il convegno – oggi il terremoto è trattato come se si parlasse di temporali: è probabile che ne accada uno dove ieri ce n’è già stato un altro e invece non è così. Infatti, con i dati geologici a nostra disposizione, oggi siamo in grado non certo di prevedere quando avverrà un terremoto, ma di dire in quale luogo avverrà in futuro, con che magnitudo massima ed indicare le aree dove è più probabile accada prima di altre. E’ necessaria quindi una carta condivisa delle faglie attive e capaci d’Italia”.


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