ASCOLI PICENO – “Terzo posto in Italia nella raccolta differenziata dei rifiuti, un tasso eccellente di riutilizzo dei materiali contenuti nelle macerie post sisma e un premio europeo per la filiera di gestione dei beni culturali”.

Sono questi in sintesi gli elementi emersi nell’incontro tenuto il 28 settembre in Regione, a cui hanno preso parte l’assessore Angelo Sciapichetti, il dirigente della PF Rifiuti Massimo Sbriscia, il Segretario regionale Mibact per le Marche, nonché responsabile dell’Unità di crisi, Federica Furst, funzionari del Mibact.

Al centro dell’incontro la presentazione del rapporto annuale rifiuti, arricchito in quest’edizione da un capitolo speciale dedicato alla complessa attività di gestione del milione e 100 mila tonnellate di macerie post sisma. “Nonostante stiamo affrontando gli effetti dell’evento più distruttivo per la nostra terra dopo la seconda guerra mondiale – ha detto Sciapichetti – non abbiamo voluto perdere l’appuntamento annuale con il Rapporto rifiuti. Con il 65,4% di raccolta differenziata siamo orgogliosamente al terzo posto su scala nazionale, un risultato che è frutto della collaborazione tra istituzioni e cittadini. I 20 centri di riutilizzo operativi nella regione sono un vanto per ciò che significa l’economia circolare. Dopo un trend decrescente sulla produzione pro capite di rifiuti, in calo dal 2008 al 2015, con il 2016 abbiamo registrato un cambio di tendenza che dobbiamo approfondire, anche se la causa potrebbe essere la ripresa economica in atto e il suo impatto sui consumi. La riduzione dei rifiuti e il riciclo sono la migliore arma che abbiamo per scongiurare l’inceneritore nelle Marche, contro cui abbiamo già fatto ricorso e su cui permane la nostra netta chiusura. Dallo scorso anno affrontiamo il problema enorme della gestione delle macerie, ad oggi abbiamo spostato 165mila tonnellate, pari al 95% delle macerie pubbliche, ossia quelle che ostruivano vie e piazze. Si tratta di un lavoro gigantesco che stiamo affrontando salvaguardando diversi aspetti: quello ambientale e di salute pubblica, trattando ad esempio opportunamente le macerie con amianto, quello della tutela del lavoro, quello dei beni culturali e quello dei proprietari delle cose rinvenute. Un lavoro certosino viene effettuato affinché le macerie abbiano un numero civico di riferimento cosicché i proprietari possano recuperare beni affettivi o di valore, come avvenuto anche con oro e preziosi”.

Ottimi, secondo la Regione Marche, i dati sul riutilizzo del rifiuto-macerie: nel punto di raccolta di Monteprandone su 42 mila tonnellate di macerie in entrata, solo 51 sono andate in discarica, mentre le restanti sono state recuperate o come inerti per costruzioni stradali, oppure come legname e metalli. Ancora migliore il dato del centro di Tolentino, dove su 49mila tonnellate entrate, solo 24 sono andate in discarica.

Un premio europeo è stato conferito a Maastricht all’Unita di crisi marchigiana del Mibact, che in stretto contatto con la Regione e le ditte operatrici, lavora alla delicata e impegnativa gestione dei beni culturali coinvolti nelle macerie.

“2400 schede di rilievo, 9 mila beni mobili recuperati, duemila e cento metri lineari di archivi e 4mila volumi recuperati, 647 beni monumentali messi in sicurezza ad oggi, sono numeri che danno l’idea dell’enorme lavoro che le strutture Mibact delle Marche, coadiuvate da personale ministeriale proveniente da altre regioni, stanno facendo, in zone periferiche e difficilmente raggiungibili”, ha detto Furst.

Dopo il reperimento dei beni culturali, che avviene operando in loco, la gestione della catalogazione e conservazione avviene con tecnologie all’avanguardia. Anche attraverso microchip, i singoli frammenti vengono associati a ciascun bene architettonico, per la futura ricostruzione.


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