ASCOLI PICENO – Uno degli appuntamenti più attesi della stagione teatrale cittadina sta per arrivare e la suspense cresce sempre più. Tutto questo è la Boheme.

“Siamo al terzo anno di questo grande esperimento, quale la Coproduzione della Rete Lirica delle Marche e proprio grazie alla Boheme siamo riusciti a creare una vera lirica anche nella nostra città”, queste le parole di Guido Castelli durante la conferenza stampa del 16 novembre in occasione della presentazione dell’anteprima giovani che si terrà questo pomeriggio al Teatro Ventidio Basso e che ha già registrato il sold out da molte settimane.

“La rete che si è venuta a creare – ha continuato il Sindaco – evolverà in un organismo stabile che si occuperà di sollecitare i giovani talenti che siamo riusciti a coltivare”.

“Ci sono Boheme che ti rimangono dentro e altre che ti commuovono davvero – dice Luciano Messi, sovrintendente del Macerata Opera Festival – Arena Sferisterio, nel presentare la rappresentazione ascolana – E’ stato meraviglioso vedere in questi giorni il Massimo Cittadino invaso dai volti di moltissimi ragazzi e l’aver investito nella qualità fa si che le risorse territoriali abbiano gli agganci giusti per potersi esprimere al meglio. Caratteristica principale è l’energia che ha coinvolto ogni aspetto di questa rappresentazione, dai soggetti artistici e organizzativi fino alle realtà cittadine, come il Coro Voci Bianche diretto dal Maestro Mario Giorgio e quello del Teatro Ventidio Basso diretto da Giovanni Farina”.

“Obiettivo della manifestazione è riportare autori come Puccini a una vera lettura – prosegue il Direttore d’Orchestra Matteo Beltrami – Puccini non è solo lacrima ed effetto, ma soprattutto cura e attenzione per i dettagli; ciò che trasparirà sono le figure femminili vero motore dell’opera, personaggi dall’indole forte e decisa capaci di rivoluzionare la storia”. Uno spettacolo costituito da un primo e un secondo atto caratterizzato dall’allegria e dall’entusiasmo che sfocia in commozione nel terzo e tragedia nell’atto finale.

“Nell’ultimo atto, infatti, quei giovani spensierati bohemien vestono i panni di adulti in una frazione di secondo – prosegue il Regista Leo Muscato – e ciò che abbiamo voluto sottolineare è proprio il sentimento di nostalgia che il maestro Puccini voleva esprimere con quest’opera, cercando di far immedesimare il pubblico di quell’epoca proprio nella rivoluzione politica, sociale e culturale che molti dei presenti in platea avevano vissuto”.


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