OFFIDA –  Un Giovedì Grasso diverso dal solito, quello dell’8 febbraio, che ha visto l’assegnazione delle Chiavi della Città, come tradizione vuole, fino al giorno del Martedì Grasso, alla Congrega dell’Aquila. Durante l’attesa dell’inizio della cerimonia, in un teatro Serpente Aureo colmo di persone, le luci si sono spente. Sul palcoscenico, il Sindaco Valerio Lucciarini. Da solo.

Un Valerio Lucciarini senza il suo guazzarò con il tricolore, quello apposito per il Giovedì Grasso. Un Lucciarini che si è seduto sulla scalinata di accesso al palco e si è messo a nudo di fronte ai suoi cittadini. Voce ferma ma tradita dal tremolio delle mani. Un tremolio di quelli che hanno a che fare con le più intime inclinazioni della natura umana. Reazione naturale dopo quello che è accaduto lo scorso anno e con tutte le polemiche e discussioni annesse.

“ …E mentre il giorno dopo guardi chi puoi soltanto amare/Ti accorgi che sei umano e che puoi anche sbagliare/Dici a te stesso che occorreva un compromesso/Perché è facile rischiare che il vino faccia fesso/Ma nella vita non tutto si riesce a calcolare/Figuriamoci, qui, nel nostro Carnevale!Allora si chiede scusa senza ricordarsi nulla/Si chiama educazione, la si impara dalla culla/E se poi scusa non basta, appunto, senza viltà/È giusto fare ammenda, assumersene la responsabilità”.

Un grosso applauso ha accolto il primo cittadino di Offida, e anche qualche momento di commozione.

Poi si sono accese le luci, Lucciarini ha indossato il guazzarò e ha consegnato le chiavi alla Congrega dell’Aquila, nata nel 2009, da un gruppo di giovanissimi musicisti che si definiscono “posseduti dallo spirito carnascialesco che influenza il paese”.

“Una scelta, la mia – ha commentato il Sindaco – che sono convinto sia condivisa dai più. Noi dobbiamo volare più in alto, dobbiamo essere in grado di guardare al nostro Carnevale com’è oggi e dobbiamo farlo crescere. Il poeta romano Quinto Ennio sosteneva che nessuno guarda a cosa c’è davanti ai suoi piedi: tutti guardano alle stelle. Quando parliamo della tradizione, ci dobbiamo ricordare che, per i giovani, il Carnevale è come lo vedono oggi. Poi sta a noi, agli storici carnevalieri, aiutarli e sostenerli nell’imboccare la strada tradizionale. La politica, e lo voglio ribadire di nuovo, deve rimanere fuori dal Carnevale”. E sull’ultima frase, è letteralmente esploso un applauso in tutto il Serpente Aureo”.

Infine Lucciarini, si è rivolto alla giovane Congrega: “Siete stati, in alcuni momenti, l’esempio per noi più grandi e questo lo dico con il cuore, davvero”.


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