ASCOLI PICENO – Ai giocatori dell’Ascoli Picchio, aggrediti nella tarda notte da un gruppetto di ‘tifosi’ tra il 10 e 11 marzo di ritorno da Venezia, è arrivata la solidarietà del Vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole.

“Cari ragazzi, cari dirigenti – si legge in una nota – anche io come tanti ho appreso con grande dispiacere la notizia della violenta e gratuita aggressione subita dai due giovani calciatori, Samuele Parlati e Vincenzo Venditti. Un gesto che si assomma alla violenza verbale che negli ultimi mesi ha avvelenato il campionato, prendendo di mira dirigenti e atleti. E’ comprensibile l’amarezza per l’insuccesso della squadra, che sicuramente sta attraversando uno periodo poco felice, come pure la passione della tifoseria che non riesce a contenere i propri sentimenti, ma quando questa sfocia nella violenza fisica e brutale è una sconfitta per tutti”.

Il Vescovo prosegue: “Mi pare ovvio che in questo modo, invece di incoraggiare la squadra a dare il massimo, considerato che non siamo alla fine del campionato, si contribuisce a far crollare il morale agli atleti e ancor più a compromettere la loro indispensabile serenità e sicurezza nella vita di ogni giorno. Non è difficile immaginare che cosa significhi scendere in campo sapendo che fuori puoi essere assalito e colpito come se fossi un nemico da abbattere che ha commesso chi sa quale crimine – aggiunge –  Al momento non si conoscono gli autori dell’attacco che l’altra notte i due ragazzi hanno subito. Da parte di tutti credo sia necessaria una condanna senz’appello, e un invito alla calma. Con questo messaggio, desidero manifestare la più sentita vicinanza a Samuele e Vincenzo, come a tutti voi, cari amici dell’Ascoli Picchio, e spero poter venire a rinnovare questa mia solidarietà di persona, appena possibile”.

“Se potessi, parlerei all’intelligenza e al cuore di chi si rende responsabile di queste aggressioni verbali, e soprattutto fisiche. Gli vorrei ricordare che i calciatori sono solo persone e che il calcio, come ogni tipo di sport deve essere innanzitutto “gioco” oltre che impegno agonistico. Viviamo in un’epoca dove per poco si sbotta e per piccoli screzi si commettono tragedie. Siamo circondati da un’atmosfera di forti tensioni – aggiunge il Vescovo – Per questo è compito di tutti vigilare per custodire la pacifica convivenza, lavorare per non alimentare tensioni e spegnere ogni istinto di violenza. E’ uno sforzo importante perché altrimenti la nostra società sarà sempre più segnata da episodi simili, che taluni addirittura sono tentati di giustificare. Sfogare la rabbia che si ha in corpo con i giocatori della propria squadra per le continue sconfitte subite fa inoltre riflettere sul ruolo educativo dello sport e sulla responsabilità che compete a tutti noi nei confronti di genitori e figli. Se si gioisce quando si vince, bisogna imparare anche a soffrire insieme quando si perde senza mai perdere la serenità”.

Il Vescovo conclude: “Cari ragazzi non vi scoraggiate perché gli autori del gesto violento sono pochi. Abbiate piuttosto la certezza che in tanti vi stanno vicino e vi sostengono, come conviene a chi ogni settimana si sottopone ad un esame severo e critico quando scende in campo. Colgo quest’occasione per invitare tutti coloro che deprecano questa aggressione a fare qualcosa insieme per combattere ogni forma di violenza, sapendo che gesti di questo tipo contribuiscono a offrire agli occhi del mondo una pessima immagine della nostra città. E, in verità, in questo momento difficile sotto molti profili, non è di questo che abbiamo bisogno – prosegue – Saluto con affetto a voi, atleti e dirigenti dell’Ascoli Picchio F.C., e che Dio vi accompagni anche se non può sostituirsi a voi in campo”.


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