ANCONA – Il presidente Luca Ceriscioli è stato ascoltato questa mattina, 5 luglio, nel corso dell’Audizione informale della commissione Ambiente della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame in sede referente del D.L. 55/2018, approvato dal Senato, “Ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”.

Il presidente ha immediatamente evidenziato come questione specifica e urgente per il territorio marchigiano la necessità di portare da sei mesi ad almeno un anno la durata degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Comunanza. “L’approvazione dell’emendamento Verducci – ha detto – limitata al Senato a soli sei mesi, è come lasciare un ponte a metà in mezzo al fiume. L’emendamento a sei mesi non è efficace, c’è la necessità di portarlo almeno a un anno, perché il lavoro è una esigenza su cui si fonda la ricostruzione e questo atto è corale, è infatti il frutto di un accordo tra i sindaci del territorio e il voto unanime del Consiglio regionale. Si tratta di lavoratori inseriti in un contesto sociale in grave difficoltà a causa del sisma. La capienza economica c’è – ha detto il presidente – e la Regione Marche ha suggerito l’utilizzo di un fondo già dedicato per il sisma, che prevede l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. E’ una misura di fatto finanziata, con risorse già destinate”.

Tra gli altri temi strategici per la ricostruzione, il presidente si è soffermato in particolare sul quelli relativi al mantenimento delle risorse economiche e umane e sul perfezionamento del quadro delle regole.”Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, la grande difficoltà sta nel portare avanti la realizzazione, a causa di un quadro di regole che non facilitano il percorso. Se si riuscisse ad applicare regole straordinarie ad un contesto straordinario come questo, come ad esempio quelle che l’Anas usa per i suoi cantieri, si velocizzerebbero in modo sostanziale le procedure. Di fatto basterebbe mutuare le regole che già si utilizzano per le strade Anas o per le opere di urbanizzazione Sae. Con le opere previste nell’emergenza Anas ha già realizzato il 50% dei lavori (250 su 600)”.

Quanto al tema della conferma del personale, Ceriscioli ha ribadito la necessità di mantenere e aumentare gli attuali livelli e di garantire che non vengano perse conoscenze e competenze già acquisite. “In particolare – ha detto – occorre che dal punto di vista normativo si intervenga in modo efficace sul ruolo del responsabile unico del procedimento (Rup). Il Rup di Arquata – ha spiegato – sta portando avanti 120 cantieri di messa in sicurezza. La norma che è stata accolta in parte e consente ai dipendenti aggiuntivi di ricoprire il ruolo di Rup va chiarificata e specificata, perché deve comprendere anche le deroghe da applicare. Le caratteristiche di legge per il Rup non le ha quasi nessuno dei 700 tecnici”.

“Per quanto riguarda i Soggetti attuatori, allargare la platea degli attori sarebbe una scelta strategica perché distribuirebbe il carico di lavoro – ha proseguito il presidente -. Non si perde il ruolo di regia, che viene mantenuto dalle centrali uniche di committenza. Le università, ad esempio, chiedono di diventare soggetto attuatore e potrebbero essere un valore aggiunto per le competenze che hanno al loro interno. Lo stesso vale per la sanità, dove le aree vaste sono già dotate di uffici e professionalità. Sull’edilizia privata, inoltre, il tema delle difformità è stato affrontato e va mantenuto per gli 87 comuni del cratere ed esteso a tutti i comuni fuori del cantiere. Se oggi sulle 45 mila potenziali domande ne sono state affrontate 2900, questo è in parte dovuto anche alla difficoltà nell’affrontare il tema delle difformità”.

Il presidente ha poi fatto il punto sulla ricostruzione privata: “A ieri – ha detto – sono state presentate 2928 pratiche, di cui sono state approvate il 25%, cioè 744, quindi un numero importante, ed è qui la differenza fra le pratiche private e quelle pubbliche. Il nostro sistema di monitoraggio avviene attraverso la piattaforma Domus, che abbiamo prodotto come Regione per integrare il sistema Mude, e ci permette controllo e monitoraggio comune per comune e provincia per provincia di quante pratiche sono state presentate e di dove si trova la pratica. Il cittadino marchigiano con il proprio codice fiscale, può conoscere lo stato esatto della sua pratica e il responsabile procedimento. Crediamo che questo sia uno strumento molto utile alla ricostruzione, perché fornisce le coordinate esatte per risolvere gli eventuali problemi. Il 45 % delle pratiche è attualmente in Comune, perché la maggior parte delle competenze relative alla pratica sono del Comune, l’11% all’Usr, il 17% è in attesa di integrazioni da parte del professionista, l’1% sono state rigettate e l’1% rinunciate. Dal punto di vista economico, parliamo di 106 milioni di euro di finanziamento concesso, di cui 19 già erogati. Sulla ricostruzione pubblica i dati sono molto diversi: su un totale di 2715 opere del piano, che afferiscono alla Regione (escluse le 600 di Anas, che sono in altri piani realizzativi), ne sono state finanziate 853, il 31%, una percentuale molto importante: 1 miliardo di euro. Una trentina di queste sono in fase di progettazione. Molte di queste non hanno la nomina del Rup, solo il 20% ha nominato il Rup. Questo segna l’importanza del tema del Rup”.

Per quanto riguarda l’emergenza, questo il punto fatto sulle Sae: “Ne sono state consegnate 1644, dato aggiornato a oggi, perché questa mattina Valfornace completava la consegna. Sono in montaggio in questo momento 65 casette e 8 stanno facendo le platee di fondazione. I comuni che devono completare le Sae sono rimasti 2 e ciò significa che 25 comunità su 27 sono tornate nei propri territori di appartenenza. Restano Visso, che completerà entro il mese, e Camerino, dove il lavoro è stato imponente, perché si sta, di fatto, costruendo una città e i lavori richiederanno un mese in più rispetto a Visso per essere completati. Attualmente la Regione Marche ha 3337 persone nelle Sae, 1300 in albergo, 28730 in Cas e 385 in altre sistemazioni. Per quanto riguarda l’invenduto, abbiamo avuto due mesi fa il via libera sui fondi e da quel momento tutti i 335 alloggi disponibili sono stati richiesti per la contrattazione. I primissimi sono stati consegnati in occasione della visita a Esanatoglia del Presidente della Repubblica alcuni giorni fa. Per avere una accelerazione in questo settore, perché si tratta di un valore molto importante, non solo dal punto di vista economico ma anche umano, abbiamo interessato anche le associazioni di categoria, che ci terrebbero anche ad aprire una nuova fase di messa a disposizione dell’invenduto.La Regione Marche sta anche – ha concluso il presidente – pianificando insieme con tutti gli attori del territorio una ricostruzione oltre la ricostruzione materiale. Sono stati coinvolti nella visione strategica i sindaci, le università e gli stakeholder, in un piano strategico ottenuto incrociando un profilo progettuale che raccogliesse i principi generali sui quali agire, e uno sui principi generali, da declinare poi attraverso i progetti, un piano su cui convoglieremo sia i fondi europei straordinari per il sisma, sia i fondi che richiederemo come è accaduto negli altri terremoti attraverso un accordo di programma quadro con i Governo. Servizi, lavoro e connessioni sono i tre pilastri che fondano questa strategia di più lungo respiro”.


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