ARQUATA DEL TRONTO – Concluse con enorme successo le due serate, di mercoledì 15 e giovedì 16, dedicate allo spettacolo “La Leggenda delle Fate” a Pretare.

La rappresentazione ha avuto luogo nel parcheggio adiacente l‘area Sae di Pretare. A quasi due anni dal sisma di agosto 2016, il paese delle Fate torna a vivere, proprio grazie alla storia che l’ha generato.

La regia dello spettacolo è stata affidata alla bravura di Lucia Radicchi, che ha saputo amalgamare presente e passato, leggenda e realtà, scatenando forti emozioni per chi ha vissuto in prima persona la sensazione di aver perso tutto e di non voler credere più nel futuro.

I due personaggi che hanno raccontato la “Leggenda delle Fate” sono Flavio De Andreis e Alberto Orsini, rispettivamente il frate e l’uomo del presente. Flavio, nei panni del frate, ha illuminato lo sguardo di Alberto, originario di Pretare, raccontando le radici del paese di Pretare, di come sia risorto dalle macerie, di come fate e pastori, uomini e donne, abbiano saputo ricostruire la bellezza della comunità. Alberto Orsini ha simboleggiato tutta la paura, la rassegnazione e l’incredulità difronte alle conseguenze del sisma, ma dai suoi occhi traspariva il desiderio di intravedere la luce del futuro.

La figura della Sibilla è stata rappresentata da Giorgia De Andreis, coreografa delle danze dello spettacolo, che è tornata a essere una stratega malvagia, incurante dei sentimenti altrui, invidiosa della beltà umana e della sua fragilità, che riesce a divenire coraggio nelle difficoltà. Giorgia è molto legata a Pretare, tornava ogni estate e durante lo spettacolo ha raccolto tutta la rabbia e la sofferenza causate dalla distruzione del terremoto e l’ha plasmate magistralmente sul personaggio della Sibilla.

Le fate e i pastori sono i giovanissimi ragazzi di Pretare o originari, che hanno scelto con consapevolezza di partecipare allo spettacolo per ricordare le proprie radici, rassicurare i nonni e i genitori che Pretare rappresenterà l’origine della loro vita, e per dimostrare che essere giovani porta con sé la speranza di poter rivivere il paese quando verrà ricostruito.

Tutti i ragazzi che hanno rappresentato le fate e i pastori sono Diletta Falciatori, Francesca Angelini, Gabriella Martorelli, Flavia Fasani, Monica Bucciarelli, Claudia Diorio, Lucrezia Quattrociocchi, Vittoria De Martino. I pastori sono Tiziano Trenta, Lorenzo Marini, Angelo Spadea, Davide Michelin, Federico Quattrociocchi, Matteo Monai, Mattia Andrizzi, Riccardo Fabiani

Da menzionare come alcuni dei ragazzi partivano con i mezzi pubblici da Pretare e Ascoli per raggiungere la scuola “Chi è di scena”a Roma, dove si sono svolte tutte le prove per lo spettacolo.

Intensa rappresentazione, quella di Simone Masciarelli nei panni del Guerrin Meschino, cavaliere coraggioso che riuscì a sciogliere l’incantesimo delle Fate e riportarle da pastori. Coraggio, forza di volontà, speranza, amore per il bene e per la giustizia, altruismo, queste le qualità che contraddistinguevano la figura del Guerrin Meschino, che oggi diventano simboliche e spunto di riflessione per il futuro del paese.

Dietro le quinte, numerose le persone che hanno supportato la realizzazione dell’evento. Alessandra Parrella, organizzatrice e ideatrice dell’evento, che si è messa a disposizione con competenza e grande sentimento per Pretare, terra d’origine dei suoi nonni e genitori, la make up artist Silvia Perla, originaria del “paese delle Fate”, “è stato bello ed emozionante – racconta “con le ragazze è stato divertente, mano a mano cresceva comunque l’emozione”.

Altre figure importanti sono il Direttore artistico, Roberto Piermarini, storico supervisore degli spettacoli della Leggenda delle Fate, Roberto Giovanozzi, presidente dell’Associazione Monte Vettore, Giulio Maria Coli, voce splendida e commovente durante il sipario di Colfiorito, insieme a Vincenza Piermarini, Daniela Gagliardi e Massimo Mannozzi.

La Leggenda delle fate di questa edizione è stata di forte impatto emotivo per ogni pretarese, per chiunque conosce e ama quella terra, per tutti quelli che hanno sentito raccontare questa leggenda e immaginavano fosse solo fantasia. Durante alcune riprese post sisma, anche il ricordo per Don Francesco, parroco di Pretare, che affermava di essere “solo un uomo, come tutti gli altri”. La sua presenza costante, a dispetto della terribile malattia, è viva in ogni cuore dei pretaresi.

Nello scenario sconvolgente delle macerie, di case sfregiate dal sisma, nella geografia di un paese che muta ogni singola via, si è udito lo scalpitìo delle fate, che nascondevano zampe di capra, nient’altro che la forza delle donne, andare controcorrente per non farsi trascinare dalla bruttezza e dall’imprevedibilità della vita.

Pretare ha scelto di rinascere, a dispetto di un antico sortilegio che l’ha nuovamente distrutta. La Sibilla o il terremoto non sanno che le giovani fate e i giovani pastori sono “figli dei figli” di quelli che millenni fa dalle stesse macerie, dagli stessi sassi sbriciolati, con caparbietà, hanno ricostruito il “Paese delle fate“.


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