ASCOLI PICENO – Un collaboratore di giustizia, di origini siciliane, accusa Innocent Oseghale affermando che, quando erano detenuti insieme nel carcere ascolano di Marino del Tronto, il nigeriano avrebbe confessato l’omicidio di Pamela Mastropietro.

Ciò è riportato in una nota dell’Ansa: il 29enne ha ribadito però oggi, 18 settembre, di non aver ucciso la ragazza durante un lungo interrogatorio voluto dal Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, nella casa circondariale di Ascoli, per chiedergli conto delle rivelazioni del collaboratore che sono state lette integralmente.

Dopo il faccia a faccia, il magistrato ha dichiarato chiuse le indagini sulla morte della 18enne romana uccisa e sezionata il 30 gennaio scorso a Macerata. Il capo d’imputazione per Oseghale resta immutato con le accuse di omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere, violenza sessuale. Il nigeriano nega di aver parlato con l’altro detenuto dei fatti di Macerata, dice di aver avuto con Pamela un rapporto sessuale consensuale, di averne smembrato il corpo ma di non averla uccisa.


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