ASCOLI PICENO – Il Piceno protagonista assoluto in televisione nella serata del 26 novembre su Canale Nove, luci accese sulla gastronomia dell’entroterra.

E’ andata in onda l’ultima puntata della prima edizione di “C’è posto per 30?”. La vasta giuria dello show, guidata dall’artista e conduttore Max Giusti, si è ritrovata tra le viuzze medievali di Ascoli fino ad arrivare alle vaste campagne di Roccafluvione.

A sfidarsi, ai fornelli,  “Ristorante Vittoria” (dove la tradizione è in tutto e per tutto il riflesso della sua verace proprietaria Sunny) e “Ristorante Ruspante” (aperto da 40 anni, legato alla cucina casereccia marchigiana e alla materia prima prodotta dal “ruspante” titolare Giggi).

Max Giusti in questo viaggio è stato accompagnato da un ospite molto speciale, suo papà Gianfranco e come esperto del territorio, il consigliere nazionale slow food e fiduciario nelle Marche Roberto Rubegni.

30 giudici popolari divisi per 8 tavoli che rappresentano un punto di vista diverso sul piacere dello stare a tavola. Ogni tavolo doveva esprimere un voto da zero a dieci, per decidere quale ristorante era il migliore. In palio una fornitura di arredamenti in ceramica per rinnovare il locale.

Max Giusti, conduttore, moderatore e giudice della sfida, ha acceso la competizione e approfondito la conoscenza sia dei concorrenti che dei trenta giurati.

La giuria popolare ha portato a tavola colore, sapori diversi, modi di rapportarsi con il cibo completamente differenti, trasformando ogni volta l’assaggio in qualcosa di nuovo. I tavoli erano composti da:

gli amici, quattro giovani di Vigevano appassionati di cucina tradizionale, protagonisti di tante serate in trattoria;

i pensionati, insieme hanno 280 anni, trascorsi tra i piaceri del gusto e del buon cibo, la loro esperienza è la loro ricchezza;

i millenials, la nuova generazione cresciuta sui social, molto attenti all’estetica, per loro un piatto è una foto in più per i loro followers;

i competenti, esperti di alta cucina hanno mangiato nei migliori ristoranti del mondo quindi esigenti per natura;

gli stranieri, provengono da posti lontani e differenti, arrivano dall’Irlanda, dalla Cina, da Santo Domingo e dal Senegal, accomunati dalla passione per la cucina italiana;

i fidanzati, belli e innamorati anche del piacere di mangiare sano, il dolce è sempre la loro portata preferita;

la famiglia Longo, romani, che amano riunirsi e passare il tempo libero a tavola, passione che gli accomuna ma che li porta spesso a scontrarsi, sempre contro il papà;

Sunny e Giggi hanno aperto la puntata presentandosi al pubblico e dichiarando aperto il combattimento culinario. Spazio anche a Slow Food con Roberto Rubegni. I contendenti hanno atteso il bus in piazza Ventidio Basso ad Ascoli (n.d.r. chiamata erroneamente da Max Giusti, durante la trasmissione, piazza Arringo).

Si parte dal ristorante “Vittoria” ad Ascoli. Sunny teme la categoria ‘competenti’: “Da come sono vestiti si vede che cercano il pelo nell’uovo”. Giggi è ospite d’onore del tavolo di Max Giusti. Complimenti ma anche critiche per il locale: “Sembra la casa della nonna”, “I brillantini a tavola non esistono. Ci devono essere solo piatti e cibo”. Gli ‘stranieri’ in difficoltà con il menù: “E’ più facile il cinese” scherza una commensale. I piatti sono tradizionalmente ascolani, dal primo al dolce. Consigli giungono anche per l’arredamento: “Il locale dovrebbe essere più vivace come è Sunny”. Zuppa di lenticchie di Castelluccio, ravioli incaciati e timballo sono le prime portate. I commensali mostrano subito i denti criticando alcuni aspetti del cibo, forse talvolta troppo severi con i giudizi. Ma per il ristorante “Vittoria” arrivano anche i complimenti. E’ la volta dei secondi con il fritto misto, la trippa l’ascolana e il pollo ‘ncip e nciapp’. Rubegni apprezza le olive di Sunny e racconta a Max Giusti le particolarità dell’oliva ascolana Dop. Per Giggi le olive della moglie sono di un altro sapore ma ammette che quelle di Sunny sono comunque buone. “Sono la regina delle olive ascolane, silenzio” afferma con fierezza Sunny davanti alla telecamere. I ‘competenti’ non hanno gradito, invece, il fritto misto lamentando anche la scelta di un piatto freddo per la portata. Ecco i dolci: zuppa inglese alla marchigiana  e vin brulè con i cantucci. Piatti apprezzati perfino dai ‘competenti’.

E’ la volta del ristorante “Ruspante”. Giggi raggiante: “E’ ruspante proprio come me”. Arrivano subito alcune critiche per l’arredo del locale da parte dei commensali. “Qui deve venire chi ha poche pretese e di passaggio come i camionisti. E costa poco” dichiara Sunny. In tanti notano le foto storiche dell’Ascoli Calcio sulle pareti e anche quelle di Roberto Baggio, amico del proprietario. Giggi carica il suo staff: “Voglio uscire vincitore!”. Non mancano simpatia e la grinta, i giurati apprezzano molto queste caratteristiche del titolare oltre alla cortesia. Altri commensali, gli ‘amici’, apprezzano anche le cameriere e la loro bellezza. Si parte con le prime portate: gnocchetti con porcini e tarfufi, boccolotti al sugo di castrato. Un momento di ‘tensione’ fra Giggi e Sunny per gli gnocchi: l’ascolana ha qualche dubbio sul fatto che siano fatti in casa e anche qualche commensale ha dei sospetti. E’ la volta dei secondi: cinghiale in salmì, fritto misto e il pollo ‘ncip e nciap’. Oliva sotto il mirino dei giurati e di Sunny: “E’ rotonda e non mi va bbè”. Ma la maggior parte degli ospiti sembra gradire l’oliva del ristorante “Ruspante”. Anche il cinghiale in salmì è ben gradito. Rubegni e Max Giusti stuzzicano Giggi dicendo che il pollo non è ruspante ma si tratta solo di uno scherzo e giù risate. Infine i dolci chiudono il pranzo: tiramisù e zuppa inglese alla marchigiana.

In piazza del Popolo la disputa finale con i giurati che espongono le votazioni ai due duellanti. Prima alcune parole da parte degli ospiti del tavolo di Max Giusti.

Rubegni: “Vittoria ambiente caldo e familiare, forse qualche errore di troppo nella preparazione dei piatti”. Il padre dell’attore, Giancarlo: “Da Ruspante tutto molto buono e Giggi è una vera forza. Il locale può essere meglio dal punto di vista dell’arredo”.

Ecco i voti.

Competenti: “Vittoria” 4, “Ruspante”, 5;

Fidanzati: “Vittoria” 7, “Ruspante”, 6;

Famiglia Longo: “Vittoria” 7, “Ruspante”, 7;

Stranieri: “Vittoria” 6, “Ruspante”, 7;

Pensionati: “Vittoria” 8, “Ruspante”, 7;

Millennials: “Vittoria” 5, “Ruspante”, 8;

Amici: “Vittoria” 8, “Ruspante” 10;

Alla fine il conteggio dei punti, diramati dai 30 commensali, dice 45 a 50 per il ristorante di Roccafluvione ma mancano le votazioni del tavolo di Max Giusti che valgono doppio. L’artista marchigiano ha in mano la busta con dentro il nome del vincitore: a trionfare è il “Ruspante” di Giggi. Il ristorante di Roccafluvione ottiene 16 punti in più (aveva preso 8) e si aggiudica la vittoria.

Giggi e il suo staff non nascondono la gioia e si abbracciano fra di loro. Sunny è amareggiata per la sconfitta ma sportivamente accetta il verdetto dei giurati.

Max Giusti consegna il premio a Giggi, una nuova fornitura di arredi per il ristorante. L’artista ha consigliato al proprietario del “Ruspante” di migliorare esteticamente il locale ma di mantenere intatta la genuinità, molto apprezzata come d’altronde i piatti portati a tavola.

La campagna batte la città e così si chiude la prima edizione di “C’è posto per 30?”, in onda su Canale 9.

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