ASCOLI PICENO – “Un Infinito Viaggio”: tra Leopardi, la poesia e, davvero, un viaggio di millenni, da Lucrezio a Kubrick e David Bowie. È quello che proporranno l’attore Giorgio Colangeli, il poeta Lucilio Santoni e la musicista Clementina Perozzi, con coordinamento di Ivana Manni, giovedì 20 dicembre al Teatro Filarmonici di Ascoli (ore 21, ingresso libero). “Staremo lì tre giorni, dal 18 al 20 dicembre, per fare le prove” spiega Lucilio Santoni. Lo spettacolo è prodotto dal Comune di Ascoli.

Ma già ci sono le prime richieste per riproporre lo spettacolo altrove: a gennaio ad esempio ad Artena, un comune a 20 chilometri da Roma, il 21 febbraio a Teramo, quindi a Fermo e Senigallia.

“Sarà una conversazione teatrale con una minima messa in scena, sulla falsariga del genere proposto in questi anni al Teatro dell’Arancio o ai Bagni Regina di Grottammare – aggiunge Santoni – In aggiunta alle parole c’è il clavicembalo, uno strumento musicale molto in voga nel Settecento e fino all’inizio dell’Ottocento, prima della comparsa del fortepiano, diventato poi pianoforte. Il clavicembalo è una via di mezzo tra pianoforte e chitarra, dove le corde vanno pizzicate anche se in piano. Se c’era uno strumento musicale a casa Leopardi, questo era sicuramente il clavicembalo”.

Un viaggio nel tempo, sicuramente: “Converseremo a partire da Lucrezio e approdando ad Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick e Space Oddity di David Bowie, forse uno dei pezzi rock più belli di sempre. Ma mentre l’uomo di Bowie vaga nello spazio, il nostro uomo sarà legato alla Terra attraverso l’Infinito”.

Anche perché proprio in questo periodo ricorre il duecentesimo anniversario della composizione della celebre poesia di Leopardi, inizia alla fine del 1818 e conclusa nei primi mesi del 1819: “Tutta la poesia si è sempre nutrita dei concetti di infinito e dei limiti, a partire da Ulisse che sfida l’infinito superando le Colonne d’Ercole. Nel corso dei secoli, dopo il periodo delle scoperte in mare, e non a caso Leopardi celebra Cristoforo Colombo nelle sue Operette Morali e già Giordano Bruno indicava in Colombo uno scopritore mentre chi è a lui seguito è un conquistatore”.

“La nostra è una conversazione teatrale, non una conferenza spettacolo o la riproposizione in teatro di letture che si possono trovare nei libri o testi già pubblicati. Si tratta di un lavoro autoriale e originale in maniera creativa”.

Ma oggi qual è l’Infinito da osservare oltre la siepe? Esiste?

“Il miracolo dell’arte è sempre stato questo: piedi ben piantati per terra e testa oltre le nuvole. Virgilio parla dell’aratro in una visione bucolica, ma poi il suo sguardo si rivolge oltre. Ma oggi siamo di fronte ad un nuovo dilemma: c’è possibilità di fare poesia? È una domanda a cui non c’è risposta. Chi è oggi l’Ulisse? Chi trasgredisce e va oltre le possibilità umane? Credo di no”.


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