Le recensioni dei film nelle sale in questo fine settimana di Gianluigi Ferretti.

COLETTE. È la storia romanzata della vita della scrittrice francese Colette. Siamo alla fine dell’Ottocento e Colette è una giovane ragazza di campagna cresciuta con le sue idee e la sua autonomia, viene corteggiata da un uomo molto più grande che vanta conoscenze altolocate nella società parigina e si occupa di scoprire giovani talenti in letteratura per poi farli diventare scrittori affermati.

Dopo poco tempo Colette accetta di sposare l’uomo e va a Parigi, si accorgerà che la vita promessa è ben altro, perché l’uomo non solo la tradisce spudoratamente, ma ha una vita al di sopra delle sue possibilità e sfrutta i giovani che si rivolgono a lui. Colette è molto insofferente a questo stato di cose e scopre la sua vocazione nello scrivere libri. Il marito, allora, le fa scrivere romanzi che molto presto avranno un enorme successo, però lui se ne assumerà la paternità. Oltre a ciò, alcune volte per interesse, la spinge ad avere rapporti amorosi con altre donne.

Cominciano così incomprensioni e litigi. Una di queste volte incontrerà una marchesa di alta discendenza che le insegnerà ad essere indipendente e non farsi condizionare dal marito. Colette una volta libera continuerà a scrivere romanzi e avrà anche successo in teatro con il suo nome. Il regista Wash Westmoreland gira un film ben confezionato, con belle scenografie e nei costumi, ma un po’ vuoto perché non esplora i primi passi verso la libertà e l’emancipazione del mondo femminile nei primi del Novecento. Gli attori Keira Knightley, Dominic West, Denise Gough, Fiona Shaw ed altri sono nella parte. FILM CHE SI PUÒ VEDERE.

LA PRIMA PIETRA. In una scuola elementare prima delle vacanze di Natale, alcuni studenti sono impegnati a fare le prove per la recita sotto la supervisione del direttore, altri, sono in giardino con le maestre a divertirsi e giocare. All’improvviso uno dei bambini che è in giardino si stacca dal gruppo ed istintivamente tira una pietra che colpisce e fa cadere in mille pezzi una vetrata colpendo e ferendo la coppia di custodi della scuola. Sarebbe considerato solo un brutto ed increscioso incidente da deplorare, se non fosse, stato causato da un bambino di origini arabe. Il direttore su consiglio della maestra e della segreteria convoca le parti per delle spiegazioni e una riconciliazione.

Durante il colloquio con la madre e la nonna del bambino e la coppia dei custodi, appena dimessi dall’ospedale, succede di tutto e si litiga su ogni cosa come ad esempio: il passaggio di un gatto nero, la colla di coniglio, il fatto di essere arabi o ebrei, il controspionaggio, il terrorismo, il bue e l’asino del presepe ed altro. Il regista Rolando Ravello ci regala una piacevole commedia che tratta temi importanti e difficili con delicatezza ed umorismo ma che fanno riflettere. Commedia amara sulle difficoltà e gli ostacoli dell’integrazione. Gli attori tra i quali Corrado Guzzanti , Lucia Mascino, Kasia Smutniak, Serr Ylmaz, Iaia Forte e Valerio Aprea sono bravi e danno l’impressione di divertirsi molto. FILM CHE SI PUÒ VEDERE.

ROMA. A Città del Messico, nei primi anni Settanta c’era un quartiere che si chiamava Roma. In questo quartiere per due anni si incroceranno le vite di una famiglia borghese con quattro figli e la vita di una delle due domestiche. Il film girato tutto in bianco e nero, ci racconta delle alterne vicende della famiglia un po’ allo sbando, dopo che il padre è andato via di casa e le storie di questa domestica che per la prima volta incontra l’amore e ne resterà traumatizzata rimanendo incinta. Sullo sfondo si narra anche del cambiamento politico e sociale del Messico. Il regista Alfonso Cuaron gira con acutezza e realtà questa storia, quasi intima, sulla vita dei personaggi e le loro vicende in cerca di un equilibrio che sfocerà in profondo affetto. Film premiato come miglior film alla Mostra Cinematografica di Venezia di quest’anno. Film proiettato nelle sale solo per tre giorni poi dal 14/12 sulla piattaforma Netflix. Scusate se esprimo il mio modesto parere, in merito alla discussione sulla distribuzione dei film, e sono d’accordo con coloro che pensano che i film in concorso nei vari Festival non dovrebbero essere distribuito da Netflix perché non visti da tutti. FILM DA VEDERE

SE SON ROSE. Un giornalista cinquantenne, eterno ragazzo, mai cresciuto, padre di una quindicenne si crogiola nel suo stato, quasi come se fosse realizzato e soddisfatto. La figlia si preoccupa di questo stato regressivo ed infantile del padre, e, vorrebbe per lui, una vita piena e con un nuovo amore che potrebbe stargli accanto. Una sera, all’insaputa del padre, invia un messaggio alle sue ex fidanzate chiedendo un incontro con la scusa di essere cambiato. Assistiamo agli incontri con le donne della sua vita che, chi per un modo chi per un altro, lo lasciano al proprio destino. La regia di Leonardo Pieracciono è piatta e inconcludente realizzando, ancora una volta, la solita banale e insulsa commedia senza nessuno spunto di novità, con situazioni già viste molte volte e dialoghi che sfiorano il ridicolo. Gli attori , tra i quali, lo stesso regista, Grabriella Pession, Claudia Pandolfi, Caterina Murino ed altre fanno quello che possono visto anche il copione. FILM CHE SI PUÒ PERDERE. 


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