ANCONA – Le Marche non sono più un’isola felice per quanto riguarda la presenza della mafia, eppure solo un marchigiano su cinque lo reputa un fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso.

È uno dei dati principali che emergono da LiberaIdee, il rapporto sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione nelle Marche presentato da Libera oggi, 22 febbraio, a Senigallia, alla presenza del Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Ancona Sergio Sottani, del presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e di Stefano Busi, della presidenza di Libera.

A quanto riportato da una nota dell’Ansa, il questionario è stato sottoposto a 300 persone che hanno indicato come attività principali delle mafie nelle Marche il traffico di stupefacenti (70%), lo sfruttamento della prostituzione (32%) e del lavoro nero (31%), la corruzione dei dipendenti pubblici e gli appalti truccati (entrambi al 20%).


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