di Annalea Vallesi

ASCOLI PICENO – Una nutrita platea cittadina ha assistito martedì 12 marzo all’incontro tenutosi nella sala conferenze di “Rinascita” con la giornalista e cronista di “Repubblica” Federica Angeli. L’autrice del libro “A mano disarmata” edito da “Baldini-Castoldi” rispondendo alle numerose, interessanti e curiose domande degli studenti dell’Istituto biologico “Mazzocchi” di Ascoli Piceno, ha raccontato la sua storia di professionista, di donna e di madre sottoposta alla misura di sicurezza della scorta di giustizia per aver denunciato nel 2013 gli esecutori di un tentato duplice omicidio cui aveva assistito dalla finestra di casa sua, ad Ostia.

Intervenuti all’evento il Colonnello Ciro Niglio, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Ascoli (all’epoca dei fatti in servizio presso il Comando dei Carabinieri di Ostia), il Capo Gabinetto della Prefettura di Ascoli Piceno, Giuseppe Di Nardo, il Dirigente e Direttore dell’Istituto biologico “Mazzocchi” di Ascoli Piceno, Nazario D’Amato, e Cristina Costantini, coordinatrice del movimento “Libera Ascoli”. Ognuno di essi ha salutato le persone presenti in sala prima del dibattito.

Con il libro “A mano disarmata” Federica racconta la sua storia, che è la storia di una donna che ha scelto di denunciare un fatto a cui aveva assistito, non per fare l’eroina, ma perché come da lei stessa dichiarato: “Non avrei dormito la notte se non lo avessi fatto. Non avrei rispettato me stessa e i valori in cui credo. Oggi se guardo sotto alla paura, se scavo sotto alla costante minaccia che possa accadere qualcosa di brutto ai miei tre figli, in fondo in fondo riesco a vedere solo una cosa, la fierezza. Io sono fiera di me e di essere stata fedele ai principi di onestà e di giustizia”. Un esempio di umano coraggio e di doverosa consapevolezza.

Nel 2013 Federica Angeli era una cronista di cronaca nera per “Repubblica” (come lo è tuttora). Nell’estate di quell’anno però la sua vita cambia, poiché dopo aver assistito ad un tentativo di duplice omicidio dalla finestra della sua abitazione, decide di denunciare il fatto e i suoi esecutori. Da quel momento, nel giro di pochissimi giorni a lei e alla sua famiglia (tre figli piccoli e il marito) viene assegnata una scorta. Il clan mafioso denunciato dalla Angeli è quello degli “Spada” famiglia sinti (zingari di etnia italiana) che insieme al clan “Fasciani” e  ai “Triassi” si spartiscono gli affari e il territorio della criminalità organizzata di Ostia e dintorni (traffico di cocaina, scommesse e gioco illegale, traffico d’armi, usura, taglieggiamento).

La spinge a denunciare la volontà di ribellarsi al sistema corrotto che invade la città che ama, in cui è nata e nella quale da sempre vive. Lo fa per il sorriso dei suoi figli e per rafforzare anche in loro la consapevolezza di dover essere nel giusto. Altre volte Federica aveva denunciato la malavita di Ostia, lo aveva fatto “A mano disarmata” ovvero con l’uso della sua penna da giornalista e del suo intuito da cronista. Questa volta, ha spiegato ai ragazzi del “Mazzocchi” e a tutti i presenti, ha dovuto denunciare alla giustizia l’ennesimo fatto criminale, visto però con i suoi occhi. Dopo questa sua scelta, all’inizio è stata lasciata sola dalla comunità cittadina, ha ricevuto minacce di ogni genere, proiettili per posta, la macchina della sorella è andata in fiamme, il ristorante dove andava spesso con la sua famiglia è stato trovato cosparso di liquido infiammabile, le persone a lei più care sono state intimidite e minacciate a loro volta. Ma quello che è più grave e inammissibile sono le minacce che sono state rivolte ai suoi tre bambini.

Eppure niente e nessuno ha potuto fermarla.

Sui social Federica Angeli è stata pesantemente diffamata e minacciata, passando lei per “infame” e per “mafiosa”. Dopo anni e anni di dura lotta, di emarginazione, di paura, molte persone hanno però capito e hanno iniziato a denunciare i fatti illeciti del territorio. Questo lungo e faticoso percorso ha finalmente portato alla incriminazione dei membri del clan “Spada” per il reato di associazione organizzata di stampo mafioso (articolo 416 bis codice penale). Verità e giustizia hanno trionfato.

La storia di Federica Angeli raccontata nel libro “A mano disarmata” sarà un film di prossima uscita; l’autrice ha parlato del mese di settembre e di una possibile candidatura della pellicola al festival del cinema di Venezia.


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