ASCOLI PICENO – Ma cosa è successo riguardo i fondi Por Fesr aggiuntivi che sono stati indirizzati anche ad interventi fuori dall’area del cosiddetto Cratere sismico, oggetto di uno scontro continuo tra la giunta della Regione Marche di Luca Ceriscioli e le opposizioni e vari gruppi di cittadini, terremotati o meno?

Cerchiamo con questo approfondimento di fornire alcuni elementi di riflessione e chiarificatori, sempre con la possibilità che vi siano dei dettagli, nell’intricata vicenda burocratica, non bene illuminati. Per farlo, abbiamo letto il documento Modalità Attuative del Programma Operativo (M.a.p.o.) che a vostra volta potete aprire a questo link in pdf: MAPO_ Vol 3 Schede_Nuovo Asse 8 20032018.

Si tratta della Decisione C (2017) numero 8948 del 19 dicembre 2017 della Regione Marche e fin dalla prima pagina si legge: “Documento di attuazione del Por Fesr 2014-2020 – Volume 3 Schede di Attuazione“.

Tradotto dal burocratese, questo è il documento al quale far riferimento in merito a come spendere i fondi Por Fesr rimodulati dopo il terremoto del 2016 grazie ad un ulteriore stanziamento di 243 milioni dell’Unione Europea.

Tutto ciò ha portato la Regione Marche ad aggiungere un asse di finanziamento ai sette già programmati. L’Asse 8, intitolato “Prevenzione sismica e idrogeologica, il miglioramento dell’efficienza energetica e il sostegno alla ripresa socioeconomica delle aree colpite dal sisma”.

Con questa ripartizione:

La critica delle opposizioni e di alcuni cittadini ha riguardato gli aspetti concernenti l’uso di fondi per la Sicurezza Sismica degli Edifici Pubblici e dell’Eco-Efficienza Edifici Pubblici e Illuminazione. Lo stesso Ceriscioli ha confermato che sono stati spesi 36 milioni di euro fuori dall’area del cosiddetto Cratere Sismico, pari al 15% dei fondi disponibili per queste azioni. Giustificandoli con il fatto che fossero comunque a servizio anche per l’area del Cratere seppur fisicamente distanti (come ad esempio l’ospedale di Torrette).

Occorre innanzitutto capire cosa sia il Cratere Sismico, ovvero l’area dei comuni che rientrano nella zona colpita in maniera più grave dal terremoto del 2016 e dove vengono applicate delle disposizioni per favorire la ricostruzione e il riavvio delle attività economiche e sociali. La lista comprende 114 comuni di cui ben 87 nelle Marche, elenco approvato nel Decreto della Giunta Regionale 1597 del 28 dicembre. Di seguito anche la infografica, in arancione i comuni marchigiani.

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Da questa immagine invece è più chiaro capire un aspetto che ci interesserà più avanti. Ovvero che oltre all’area del Cratere sono stati riconosciuti meritevoli di aiuto anche alcuni “Comuni limitrofi“, che hanno ricevuto danni dal terremoto ma non così ingenti come nelle zone più prossime all’epicentro. Per fare un esempio, nel Piceno sono classificati come “Comuni Limitrofi” Monsampolo del Tronto, che ha subito danni a diversi edifici e chiese, e Monteprandone, il cui problema maggiore riguarda il Palazzo Comunale.

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Torniamo alla scheda M.a.p.o. Con particolare riferimento alle azioni 25.1.5 e 28.1.5, che sono quelle relative appunto all’intervento previsto negli edifici strategici. Ma prima consideriamo che la frase “Area del Cratere e Comuni Limitrofi” compare nel documento per ben 15 volte, indicando che i finanziamenti per alcune azioni sono ammissibili a patto che si operi all’interno di quell’area. In particolare per tutte quelle misure volte a finanziare attività imprenditoriali private. Prendiamo ad esempio la scheda 23.1.1 con l’azione “Valorizzazione della filiera del Made in Italy“.

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Fra i criteri di ammissibilità vi è espressamente prevista l’ubicazione dentro l’area del Cratere o dei Comuni Limitrofi. E così è nel documento per tutte le azioni di finanziamento ad aziende private.Nessuna descrizione della foto disponibile.

Diverso invece il discorso per quel che riguarda gli interventi, per così dire, gestiti direttamente dalla Regione, quali ad esempio l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza sismica degli edifici considerati strategici. E arriviamo alle schede gemelle 25.1.5. e 28.1.5, ognuna delle quali ha un valore di 9 milioni di euro. Qui scompaiono tutti i riferimenti all’Area del Cratere sismico e ai comuni limitrofi e resta un unico riferimento, quello relativo al titolo dell’Asse 8, “Aree colpite dal sisma“.

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Anche nei criteri di ammissibilità non vi è alcun riferimento alla localizzazione geografica, come in precedenza.

Qui la scheda 25.1.5.

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E qui la scheda 28.1.5.

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E questi sono stati gli investimenti effettuati nelle due schede (evidenziati quelli fuori Cratere, pari a 11 milioni su 18).

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Dunque, la Regione Marche ha agito in maniera congrua? Tutto sta a capire alcune parole e a sapere se per l’Unione Europea e per le altre Regioni italiane interventi fuori dall’Area del Cratere siano da considerare, secondo gli accordi presi, in linea con le somme stanziate.

Le parole su cui focalizzare l’attenzione sono già nel titolo dell’Asse 8: ““Prevenzione sismica e idrogeologica, il miglioramento dell’efficienza energetica e il sostegno alla ripresa socioeconomica delle aree colpite dal sisma”. Per qualcuno i Palazzi della Regione Marche ad Ancona e il Soi della Protezione Civile di Pesaro rientrano nella giustificativa in quanto hanno un’area di azione tale da essere considerate nell’area colpita dal sisma. Anche se Pesaro dista 102 chilometri stradali dal comune più settentrionale dell’area del Cratere Sismico vero e proprio, Cingoli (l’estensione che ne ha fatto la Regione Marche rende superfluo, su questo punto, qualsiasi riferimento geografico ritenendo “colpita dal sisma” l’intera Regione Marche, tranne che per le imprenditorialità private come già specificato).

Per comprendere meglio le dimensioni di cui stiamo parlando, nel Lazio Roma dista da Rieti appena 87 chilometri (distanze stradali da Google Maps), ma dalle cronache non risulta alcun intervento su edifici pubblici strategici di Roma in virtù del terremoto del 2016, benché più vicina di Pesaro al Cratere (sempre disponibili a rettifiche o integrazioni). La stessa Cingoli dista da Ancona 53 chilometri. Sarebbe il caso di sapere se interventi simili a quelli delle Marche sono stati attuati in Abruzzo, dove Farindola dista da Pescara appena 57 chilometri. Forse sarebbe questo il modo più diretto, per la Regione Marche, di dimostrare l’allineamento rispetto anche alle altre regioni.

In una nota della Regione Abruzzo però leggiamo quanto segue.

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