di Annalea Vallesi

ASCOLI PICENO – Un anno e mezzo con la grande arte di Tullio Pericoli: nato a Colli, il pittore e disegnatore, tra i più noti in Italia a partire dalla seconda metà del Novecento, avrà modo di esporre le sue opere a Palazzo dei Capitani dal 22 marzo al 3 maggio 2020,

“La mostra si divide in due sale – ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione – La sala delle Geologie propone quadri che in realtà erano stati da me accantonati e che tenevo nel box della mia abitazione accatastati. Poi Claudio Cerritelli ha voluto vederli e insieme li abbiamo riportati in studio e ora sono qui, in questa mostra. Nella sala del “Terremoto” ci sono una quindicina di quadri da me realizzati dopo aver fatto visita ai paesi distrutti e deturpati dal sisma”.

“La mostra è stata ispirata dai paesaggi della mia terra, anche se la città di Ascoli non c’è mai, ma ci sono io e gli altri ascolani. L’ispirazione principale però viene da una persona molto importante per me che è la Pittura. Il pittore e la sua pittura sono una coppia, l’arte pittorica è narcisista, vuole apparire, e il pittore è sottoposto alla sua volontà e ai suoi capricci e deve accontentarla”. Ha aggiunto: “Tempo fa ho scritto un piccolo saggio a quattro mani con Domenico Rosa, edito da Adelphi, “Pensieri nella mano” che parla proprio del piacere del lavoro della pittura, mai fine a se stesso ma sempre con qualcosa da soddisfare o accontentare. Gli artisti vanno a scavare sempre qualcosa che non è visibile, che sembra non esserci, ma che è vivo. Non si vede perché sta sotto a ciò che è visibile, sta in profondità”.

Alla conferenza stampa di presentazione dell’esposizione pittorica erano presenti il Sindaco Castelli, il critico d’arte Stefano Papetti, il curatore della mostra Claudio Cerritelli, lo stesso artista Tullio Pericoli e il Presidente della Fondazione Carisap Angelo Davide Galeati.

L’evento culturale è patrocinato dalla Fondazione Carisap e dal Comune di Ascoli Piceno.

Angelo Davide Galeati nel suo intervento introduttivo ha dichiarato: “Abbiamo realizzato un progetto partito molti anni fa e oggi siamo orgogliosi dei veder realizzata una bellissima mostra. Questa prestigiosa esposizione deve essere da stimolo per un nuovo inizio e per dare forza al nostro territorio e alla nostra città attraverso la visibilità di opere che manifestano in maniera molto viva i paesaggi del nostro territorio”.

Claudio Cerritelli , curatore della mostra ha precisato: “Questa esposizione è frutto di una scelta di opere in grado di ripercorrere il tema dei paesaggi dai primi anni ’70 ad oggi. Il sentimento del paesaggio è il filo conduttore della pittura di Pericoli da più di 50 anni. La mostra è allestita secondo un percorso a ritroso, partendo dagli ultimi eventi che hanno colpito queste terre. La prima sala è infatti dedicata al terremoto e qui i paesaggi ritratti si pongono in sequenza come stati d’animo e modi di sentire dell’artista rispetto al sisma distruttore. La mostra si snoda poi in una serie di sale che prendono per mano lo spettatore per condurlo fino al punto finale del percorso, in cui sono allineate le “geologie”. Nella sala delle Geologie, Pericoli scende nelle viscere della materia, della terra e mette in rapporto l’immagine totale del paesaggio ritratto con singoli frammenti e particolari, simboli dei suoi stati d’animo”.

Aggiunge Cerritelli: “In questa seconda sala delle Geologie l’artista torna alla memoria del vissuto e della sua infanzia, il suo sguardo si fonde con la natura e il filo di lettura di questi quadri è: andare dentro il paesaggio, così che chi osserva i quadri si senta avvolto dal paesaggio stesso e si senta partecipe, dentro di esso. Quello che lo spettatore prova è uno “stare nel paesaggio” ed è chiamato a comprendere gli accostamenti e le distanze, a saper guardare e osservare in profondità per andare oltre a ciò che appare scoprendo la visione di una rappresentazione interiore, con un senso spirituale”.

Stefano Papetti ha ricordato che la mostra si colloca a distanza di dieci anni esatti da un’altra esposizione del Maestro Pericoli sempre qui ad Ascoli che si chiamava “Sedendo e Rimirando”. Ha poi aggiunto: “Vedo una consonanza dell’opera pittorica paesaggistica di Pericoli con la poesia dell’Infinito di Leopardi. In Pericoli però c’è una rappresentazione diversa della “siepe” che è costituita dalle colline del paesaggio marchigiano e dall’orizzonte che esse disegnano”.

Il Sindaco Guido Castelli ha fatto i suoi ringraziamenti al Maestro Pericoli e alla Fondazione Carisap ricordando: “Lo sguardo di Pericoli diventa paesaggio, è un paesaggio che appartiene al nostro territorio piceno con la luce e i colori che gli sono propri. La mostra rimarrà aperta fino a maggio 2020, le sale del Palazzo dei Capitani che ospitano i quadri sono state recentemente ristrutturate”.


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