dal settimanale Riviera Oggi numero 865, distribuito nelle edicole di San Benedetto e dintorni
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Vi chiederete come mai questo titolo così provocatorio. Ebbene, nasce da una considerazione. Ad Ascoli hanno spazi per progettare il futuro urbanistico: l’enorme complesso industriale, da alcuni anni definitivamente chiuso, a due passi dal centro. A San Benedetto lo spazio e i terreni sono merce rara. La città soffoca, gli spazi su cui scommettere sul futuro sono la Riserva Sentina (attendiamo con ansia l’inizio dei lavori per il ripristino della zona umida, pena la perdita dei finanziamenti europei) e l’area Brancadoro. Su quest’ultima, negli ultimi mesi, tanto rumore per nulla.
I due capoluoghi piceni sono diversi per geografia e conformazione. In Riviera ci fregiamo di essere dinamici ed innovativi, eppure viverci e lavorarci per un giovane diventa sempre più difficile. Meno male che c’è ancora un poco di turismo a tenere in piedi l’economia.
Ad Ascoli, pur con tutti i distinguo del caso, il progetto di recupero dell’area industriale alle porte del centro rappresenta una grossa sfida sul futuro, un terreno su cui confrontare intelligenze e capacità.
Ci vorrebbe una sfida del genere anche a San Benedetto. Ecco il senso del titolo.
SGL CARBON E MEGAVARIANTE, PARAGONE CHE NON STA IN PIEDI “Ad Ascoli per l’area Carbon si parla di grande opportunità per la città. A San Benedetto invece per un progetto che prevede molte meno cubature residenziali si grida alla speculazione”. Il ragionamento è del sindaco uscente Giovanni Gaspari, e lo ha usato più volte anche in consiglio comunale per difendere dalle critiche il progetto della cosiddetta Megavariante.
Ora, anche grazie all’interesse che sta creando il nostro nuovo portale PicenoOggi.it, la nostra attenzione si sta spostando anche sul progetto di riconversione della Sgl Carbon. Lo stiamo studiando, ne stiamo valutando i pregi e i possibili difetti. Ebbene, più ce ne interessiamo, più non comprendiamo il paragone fatto dal sindaco Gaspari.
Progetto Carbon e Megavariante hanno solo una cosa in comune. Il fatto che, dietro a una variante urbanistica, i Comuni di Ascoli e di San Benedetto concederebbero volumetrie da costruire agli imprenditori edili. Ma ad Ascoli la “contropartita” degli imprenditori alla collettività sarebbe la bonifica e la riqualificazione di una fabbrica antica e dismessa nel cuore della città. A San Benedetto, la “contropartita” sarebbero delle opere pubbliche (piscina, interramento dei tralicci di via Bianchi, parco pubblico in zona Brancadoro, riqualificazione della zona Ballarin).
Ad Ascoli, inoltre, oltre agli appartamenti nell’area Carbon sorgerebbe un Polo Tecnologico che nelle intenzioni dovrebbe fungere da “incubatore” di imprese e laboratori scientifici innovativi. In più, si farebbe un parco urbano sul fiume Tronto. Inoltre, ed è giusto ribadirlo, si toglierebbe una oggettiva bruttura come l’arcaico stabilimento che con le sue ciminiere biancorosse ha connotato per decenni la parte est di Ascoli.
Insomma, se questa della Carbon non fosse una Opportunità per la collettività, allora non lo sarebbe neanche la Megavariante. Al contrario, se qualcuno pensasse che il progetto Carbon sia un assist alla speculazione, per quale motivo non si dovrebbe pensare la stessa cosa della Megavariante?
La realtà è che il paragone fatto da Gaspari era infelice. Proveniva da un sindaco che sul tema della Megavariante era stato messo sulla difensiva da polemiche e comitati referendari. Poi, rinviato sine die il referendum richiesto da 4000 e passa cittadini, trovata l’alleanza con Sinistra Ecologia e Libertà che della Megavariante fu fiera avversaria, l’argomento è passato nel dimenticatoio. Ci penserà il prossimo sindaco. Speriamo senza paragoni avventati.
Intendiamoci: qui non vogliamo beatificare il progetto Carbon. Lo seguiremo criticamente e non avremo peli sulla lingua se noteremo che l’unico suo risultato diventasse quello di costruire case e basta. Ma come progetto ci appare ampio e suggestivo. Perché criticarlo a priori, sull’onda di contrapposizioni politiche e anche un po’ campanilistiche?
COMUNE PIÙ EFFICIENTE QUANDO SI VOTA. UN CASO? Giorni fa l’Amministrazione comunale di San Benedetto ha presentato la Carta dei Servizi dello Sportello Unico per i Servizi Demografici, un documento pubblico nel quale il Comune dichiara quali sono i servizi offerti al cittadino e con quali standard di qualità si impegna a fornirli.
Ottimo. Sorgono spontanee due considerazioni, però. La prima: ma un Comune (inteso come funzionari e impiegati) che è davvero al servizio dei cittadini, non dovrebbe essere la norma e non l’eccezione? Solo in Italia l’efficienza degli enti pubblici diventa una notizia, all’estero fa notizia solo la non efficienza. Ma non vogliamo essere troppo cattivi.
E allora la seconda considerazione: ma perché, dopo cinque anni di governo della città, l’amministrazione del sindaco Gaspari prende solo ora questo importante e lodevole impegno con i cittadini? Una vocina sussurra: “Ora si vota, ora si vota, ora si vota”. La scacciamo rudi, ma il brusio ci continua a girare in testa….
GAS E RIFIUTI ALL’AGRARIA, NE PARLANO SOLO QUELLI DEL “MOVIMENTO CINQUE STELLE”
Scende il silenzio sulla questione del mega deposito di stoccaggio di gas metano che dovrebbe essere realizzato nelle viscere del quartiere Agraria, nelle cavità naturali di un giacimento naturale ormai esaurito.
Anche su un’altra questione ambientale, forse ancora più allarmante e sempre nel quartiere Agraria, è sceso il silenzio. Anzi, non c’è mai stato interesse nella stampa tranne che per questo giornale e tranne pochissime sporadiche eccezioni,.
Parliamo del deposito di rifiuti chimici fra via Val Tiberina e il rilevato dell’autostrada. “La piattaforma ecologica”, dal nome della società ormai fallita che lo gestiva, di ecologico ha ben poco.
Due questioni di cui finora ha parlato solo il Movimento Cinque Stelle, lista civica di derivazione “grillina” che proporrà il proprio candidato sindaco.
Già prevediamo l’obiezione: “Strumentalizzano le questioni a fini politici”.
A parte che questa obiezione comunque o vale per tutti o non vale per nessuno (siamo in campagna elettorale, se non si parla ora, quando farlo?). Ma comunque, riteniamo ben peggiore il silenzio quasi unanime (il candidato sindaco di Rifondazione Daniele Primavera, a onor del vero, della questione gas ne parla spesso, e anche Futuro e Libertà) che sulla vicenda raccogliamo dal consesso politico locale.
E Gabrielli, Calvaresi, Franceschini, Narcisi, che ne pensano?
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Come dice Oliver, le differenze sono molte, con la Megavariante non si converte un bel nulla, con la Megavariante non si creano oppurtunità nuove di lavoro, con la Megavariante non si cerca di abbellire una zona francamente brutta anzi si fa il contrario.
Bell’articolo!
Analisi ineccepibile.
Ascoli in questi ultimi anni è stata molto più attiva e vitale di San Benedetto. L’esempio dell’area SGL Carbon è l’esempio di come di fronte ad un’opportunità per la collettività la città si sia unita per supportare questa lodevole iniziative. Sia ben chiaro gli imprenditori non lo stanno certamente facendo per beneficenza rimettendoci soldi, ma stanno agendo nel loro interesse ma senza speculare lasciando servizi ed infrastrutture ad uso di tutta la città. Basti pensare la differenza di opere pensate: l’impatto sulla società di un polo scientifico-tecnologico (se ben guidato) non ha paragoni con l’impatto che potrebbe avere l’ennesima piscina (ricordiamo che oltre a quella di Grottammare è in costruzione una anche Montepradone).
Spero che su questo tema possa stimolare qualche riflessione nella classe dirigente di San Benedetto.
Vabbè che il titolo è provocatorio, ma se Ascoli oggi ha uno spazio a due passi dal centro per progettare un futuro urbanistico è anche vero che ha avuto a due passi dal centro un complesso industriale che ha cagionato irrimediabilmente la salute di molti lavoratori dello stesso e dei cittadini ascolani, quindi il titolo dell’articolo lo trovo assolutamente fuori luogo se non altro per rispetto di chi ha patito la presenza di detta industria. E’ come dire, molto provocatoriamente, beata San Benedetto che è stata scelta, per produrre energia, luogo dove costruire una centrale nucleare!! Per il resto, condivido tutto anche se mi fa sorridere sapere che il Piceno ha due capoluoghi……