ASCOLI PICENO – In Piazza del Popolo le telecamere di www.picenotime.it hanno intercettato il presidente bianconero Roberto Benigni insieme a Fabrizio Castori e ad altre persone al termine di  un incontro definito “casuale ma non troppo” dallo stesso Benigni, che anzi ha scherzato sul tecnico dicendo che “rimarrà per sempre all’Ascoli”.

“Ho una grossa fiducia  nella squadra, che si impegna al massimo per vincere,- ha detto Benigni –  merito del Mister che riesce a dare carica ai giocatori”.

Ma il presidente ha parlato anche della situazione che sta attraversando la società, con in piedi una trattativa di vendita a dir poco delicata.

“Ci vuole un po’ di buona volontà da parte di tutti. La trattativa non si può fare con dieci persone da una parte e dieci e dall’altra, bastano due delegati che si mettono a sedere e studiano il problema. Non occorre mettersi a discutere in tanti”.

“Da parte mia -aggiunge-  c’è piena disponibilità a cedere la società a persone che abbiano la voglia e la capacità di dare continuità alla storia dell’Ascoli, e che si impegnino in modo serio ed adeguato a dare quello che abbiamo dato io e Rozzi“.

Quindi il presidente non vede negli imprenditori che compongono la cordata la necessaria chiarezza o la giusta capacità di poter dare continuità alla storia dell’Ascoli ? Perchè è così titubante nella trattativa?

“Perchè ancora non c’è stata una offerta chiara, – replica Benigni- ma solamente chiacchiere. Per iscritto non c’è stato niente. In questo gruppo di imprenditori ci sono persone valide che, se definiscono per bene la volontà di acquistare l’Ascoli, da parte mia non troveranno problemi”.

Benigni, insomma, fa capire che chi vuole rilevare la società deve presentare una proposta concreta, con la volontà di accollarsi anche tutte le passività. ” Chi compra deve solo pagare un po’ di debiti. -spiega Qualcuno dice che sono “molti”? Come quelli che ho pagato io quando ho preso la vecchia società! Nel ’95 l’Ascoli aveva tanti debiti che attualizzati sono più o meno sono gli stessi di quelli di oggi. Allora però io ero praticamente solo, a parte un contributo del notaio (Cappelli, ndr); ora  invece loro sono in tanti e possono dividere il peso economico su più persone”.


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