ASCOLI PICENO –  Il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista ha presentato una interrogazione presentata al prossimo consiglio provinciale in programma lunedì, per discutere sulla vicenda della cessione dell’ex Cartiera di Ascoli.

“Come ormai a conoscenza di tutti, – scrivono i consiglieri provinciali Illuminati e Massimo Rossi – detta cessione sarebbe avvenuta senza alcuna interlocuzione formale con le Istituzioni e le organizzazioni sindacali, che hanno denunciato la mancanza di trasparenza e di prospettive dell’operazione, non essendovi traccia di un piano industriale e senza alcuna garanzia occupazionale, in quanto, sembrerebbe, che la ditta acquirente sia prevalentemente interessata a smontare e vendere i materiali degli impianti acquisiti, utilizzando proprio personale. In un’intervista rilasciata alla stampa risulterebbe che il Presidente della Provincia  fosse da tempo al corrente del processo di vendita in atto ed avrebbe dichiarato testualmente: “è’ un mese e mezzo che sto lavorando per questa vendita”.

Per questa ragione chiediamo al Presidente Celani: se non considera che il mancato coinvolgimento da parte sua della rappresentanza sindacale nella concertazione della vendita abbia privato i lavoratori espulsi dalla produzione di una minima tutela e quindi di una migliore prospettiva rispetto a quella che si starebbe determinando; se dalle informazioni certamente acquisite risponderebbe a verità che l’Eurocomet  sia prevalentemente interessata a smontare e vendere i materiali degli impianti acquisiti, utilizzando peraltro personale già alle sue dipendenze specializzato in tal senso; se è prevista l’attivazione nello stabilimento di una qualche produzione industriale, di che genere e se esiste al riguardo un’ipotesi di piano industriale; se sono state ipotizzate prospettive occupazionali per i lavoratori precedentemente occupati nel sito e di quale entità.

Chiediamo inoltre al Presidente se intende mettere in atto tempestivi interventi ed iniziative nei confronti delle parti interessate, volte alla tutela dei lavoratori in questione, per evitare che, sistemati gli affari della multinazionale e della ditta acquirente, a rimetterci, anche questa volta, siano solo i lavoratori”.


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