ASCOLI PICENO – La mattina seguente il ritrovamento del cadavere  di Carmela “Melania” Rea, la giovane sgozzata da una o più persone e ritrovata inun bosco nel versante abruzzese della montagna dei Fiori, emergono nuovi particolari. Il volto non sarebbe stato sfigurato, come inizialmente era trapelato. Ci sono evidenti segni di percosse e di tagli all’altezza del collo, probabilmente causa principale del decesso, e una siringa conficcata nel petto contenente del liquido, che sarà analizzato. Poi un segno simile a quello di una svastica, su una gamba e non sulla schiena come era stato riferito inizialmente.

“Melania” Rea è stata trovata lì, in quella piccola area attrezzata accanto ad un chiosco Bar, chiamato Chiosco della Pineta, immerso nel “Bosco delle Casermette” dove i militari di Ascoli svolgono spesso esercitazioni, seminuda, ma al momento pare che non ci siano sul corpo segni di violenza sessuale.  Per ora sulla vicenda indagano insieme le procure di Ascoli e di Teramo, e quest’ultima ha affidato l’incarico di effettuare l’autopsia ai medici legali Sabrina Canestrali e Adriano Tagliabracci. Dovranno stabilire con maggior approssimazione possibile l’ora e le modalità di uccisione.

Difficile comunque che la donna sia stata uccisa nel posto dove è stata trovata. Si tratta di un luogo che, pur nascosto e isolato, è frequentato da amanti della montagna e famiglie. Nei cestini per l’immondizia presenti nell’area sono stati rinvenuti dei rifiuti “freschi”, che testimoniano la presenza di persone nelle ultime ore, quindi è da escludere che il corpo sia rimasto lì per troppo tempo senza che nessuno lo abbia notato. Inoltre non sono state trovate nei paraggi altre tracce riconducibili all’assassinio. Insomma la sensazione è che il cadavere sia stato portato in quel posto nelle prime ore del giorno. Si indaga anche sulla telefonata anonima ricevuta dai Carabinieri. Dalla voce sembrerebbe che sia stato un uomo anziano, che ha mostrato calma e freddezza nel comunicare la presenza del corpo senza vita in quel “pezzo” di prato immerso nel bosco.

Al momento dunque sono in piedi tutte le ipotesi. Il segno della siringa potrebbe essere riconducibile ad un messaggio, il che farebbe pensare ad una sorta di vendetta per chissà quale situazione. Ma dalle prime indagini sembra che i familiari della vittima  non abbiano alcun tipo di implicazioni malavitose. Si indaga comunque anche controllando i tabulati telefonici della chiamate della donna e delle persone a lei vicine. All’interno della siringa conficcata nel petto, poi, vi era del liquido. Gli esami, a breve, chiariranno di cosa si tratta.

L’autopsia insomma sarà determinante per capire l’ora e le modalità di uccisione. Melania, secondo quanto dichiarato dal marito, lunedì pomeriggio intorno alle 15, mentre era insieme all’uomo e alla bimba di 18 mesi sul pianoro di San Marco per passare alcune ore in relax, si era allontanata  per andare a cercare un bagno. Poi non ha fatto più ritorno. Per raggiungere il vicino bar di “Segà” aveva iniziato a percorrere la strada più lunga e isolata. E proprio in quel tragitto sarebbe stata rapita da qualcuno e portata via. Perchè il luogo dove è stata ritrovata, pure se nella stessa montagna, è distante quasi venti chilometri percorrendo la strada che sale fino a San Giacomo e poi riscende verso Teramo riallacciandosi con la Piceno-Aprutina all’altezza della località Ripe di Civitella, e quindi la donna non può averlo raggiunto a piedi da sola. Ma come mai nessuno si è accorto di niente? Melania conosceva il suo assassino? Si indaga in tutte le direzioni, dalla vendetta al rito satanico, ma gli inquirenti non vogliono sentir parlare della presenza di un “mostro“.

Melania, assieme al marito e alla bimba, avrebbe dovuto fare ritorno in Campania, terra di origine di entrambe le famiglie, per trascorrere le vacanze pasquali. Poi, entro un mese, i tre avrebbero dovuto abbandonare definitivamente Ascoli e trasferirsi a Sabaudia visto che il marito, caporal maggiore dell’esercito, aveva terminato i tra anni di servizio presso la caserma militare del capoluogo piceno.


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