ASCOLI PICENO – In sintesi, si potrebbe dire che l’Arengo sul caso Saba vorrebbe dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Questo è quanto si ricava dall’analisi politica fatta dall’opposizione sull’intricata questione della convenzione con cui dal 2002 il Comune ha delegato alla società Saba la gestione dei parcheggi a raso e “di struttura” (cioè coperti). E, ovviamente, i relativi incassi, visto che si tratta di parcheggi a pagamento.
L’amministrazione comunale di Guido Castelli non ha fatto mistero di stare studiando un modo per riappropriarsi della gestione tantopiù che in base alla convenzione occorre farlo, qualora lo si voglia, entro il 2012.
Come? Ancora non è noto.
IL DEBITO “MONSTRE” Un fatto ben preciso è noto. Anzi no, occorre correggersi. Alle minoranze sarebbe noto solo parzialmente, o per deduzione, secondo quanto mette in luce il consigliere comunale del Pd Stefano Corradetti. “Un debito tenuto nascosto dal 2005, anno nel quale si interrompe qualsiasi informazione e qualsiasi comunicazione sui passivi con la Saba, che a quella data già riferiva un mancato incasso al 31/12/2004 (dopo due anni e mezzo dalla stipulazione della convenzione datata Luglio 2002) di Euro 2 milioni e 645 mila con un trend di 100 mila Euro Mensili e oltre 3 mila Euro giornalieri. La convenzione in essere, infatti, al contrario della precedente, prevede un preciso impegno a ripianare “per equivalente”, che sarebbe in denaro, gli squilibri che si verificano nel mancato raggiungimento dell’incasso previsto dal piano economico finanziario della convenzione”.
Piano economico che prevedeva un determinato ammontare di parcheggi a pagamento, che però non sono stati completamente realizzati. Perciò, convenzione alla mano, la Saba bussa alle casse dell’Arengo e il debito cresce.
IL FUTURO “L’intento di coprire le responsabilità e di tenere nascosto il debito si evince anche dalla soluzione prospettata che parla vagamente di “riappropriarsi” della gestione dei parcheggi senza specificare le possibili modalità di copertura del passivo. Il rischio che temiamo possa verificarsi – attacca Corradetti, spalleggiato da Marco Regnicoli della lista L’Alveare – è quello della cessione di una parte della proprietà dei parcheggi che, come molti forse non sanno, sono di proprietà comunale”.
IL CERCHIO, E LA BOTTE Nuove zone blu in vista, da una parte. E ben sappiamo quanto la decisione di mettere a pagamento dei parcheggi finora gratuiti incontri il consenso della gente (eufemismo). Nella relazione allegata al bilancio, si parla infatti di “aggiustamenti alla viabilità e alla sosta in zone che presentano particolari criticità del Centro Storico, del quartiere di Campo Parignano e del quartiere Luciani”.
Dall’altra, una “riappropriazione della gestione” sulla quale ancora non si hanno riscontri precisi su modalità e tempistica. Presumibilmente, nel consiglio comunale sdoppiato fra lunedì e martedì prossimo Castelli e la sua maggioranza avranno modo di esprimersi a riguardo, visto che si dovrà approvare un contestato bilancio di previsione 2011 (clicca qui).
Quindi, da una parte l’Arengo parrebbe voler proseguire la convenzione, aumentando il numero di parcheggi a pagamento. Dall’altro, dice di voler riappropriarsi della loro gestione.
Ecco il senso di quel cerchio, e di quella botte, almeno secondo le deduzioni dell’opposizione. Corradetti infatti precisa: “La riappropriazione non dovrebbe servire a perseguire una politica della sosta libera da vincoli e che preveda il forte ampliamento delle aree pedonali? Di quest’aspetto non si parla, come non si parla del debito stimato ormai intorno ai 9 milioni di Euro e che nonostante le continue sollecitazioni dell’opposizione, l’amministrazione continua a tenere segreto”.
Regnicoli, da parte sua, tuona: “Noi chiediamo una decisione forte sulla riappropriazione immediata, già dal prossimo consiglio comunale. Stoppando il debito, evitando contenziosi con la Saba, che invece l’amministrazione comunale pare invece aver già messo in conto. Il 2012, decennale della convenzione, è il termine ultimo entro cui il Comune può far valere la propria proprietà. Ma non vuol dire che bisogna attendere un altro anno”.
L’esponente de L’Alveare crede che un contenzioso con la Saba darebbe il tempo (vista la proverbiale lunghezza della giustizia civile in Italia) al Comune di “congelare” la questione, rimandando debito e perdita di consenso ai posteri.
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